Avete mai pensato che l’algoritmo dietro il vostro match perfetto su un sito di incontri possa essere basato su equazioni matematiche complesse? O che, per paradosso, non essere considerati universalmente attraenti possa aumentare la vostra popolarità?
di Serena Scalari
Nell’era dei social, possiamo ancora considerare l’amore solo una questione di destino o casualità?
Grazie ai progressi della tecnologia e alle sofisticate equazioni matematiche su cui si basano raffinati sistemi informatici, gli algoritmi dei siti di incontri hanno rivoluzionato il modo in cui le persone trovano la propria anima gemella.
Tuttavia, essi presentano limitazioni per ciò che concerne l’ambito della comprensione della mente umana e per questo possono, in alcuni casi, mostrare delle falle.
Come sottolinea la matematica Hannah Fry nel suo libro La matematica dell’amore: Alla ricerca dell’equazione della vita, “il problema è che noi non sappiamo realmente ciò che vogliamo finché non l’abbiamo trovato”.
Questo concetto si applica perfettamente ai moderni algoritmi di matching, che dovrebbero calcolare la compatibilità tra le persone basandosi su dati e risposte predefinite.
Prendiamo, ad esempio, OkCupid, un sito progettato da un team di matematici, che utilizza un algoritmo basato su questionari personalizzati. Esso tiene conto di tre fattori chiave: le preferenze, le risposte desiderate dal partner ideale e l’importanza di ciascuna domanda per l’utente. Tuttavia, è stato riscontrato come, a dispetto della precisione del modello, i risultati non corrispondono sempre alle aspettative.
Per testare l’efficacia del loro algoritmo, il gruppo di OkCupid ha condotto un esperimento particolare: è stato fatto credere ad alcuni fruitori di avere un’alta compatibilità con altri membri.
Il risultato di questo inganno?
Le persone tendevano a fidarsi dell’algoritmo e a interagire di più con quei profili, non tenendo conto del fatto che una compatibilità basata su delle preferenze non rappresenta un indicatore affidabile per una relazione duratura.
Le stesse ricerche del team hanno portato ad interessanti scoperte anche sul tema dell’attrattività: non sono solo le persone più “belle” – se consideriamo i canoni estetici – a ricevere il maggior numero di messaggi, ma anche quelle che suscitano opinioni contrastanti riguardo al proprio aspetto.
Non è quindi detto che, se si è considerati poco attraenti, ci siano possibilità di successo inferiori: secondo i dati di OkCupid, gli utenti con un aspetto che non è oggettivamente apprezzato, tendono a ricevere più attenzione rispetto a quelli considerati “mediamente carini”. È probabile, infatti, che reazioni più intense e differenziate creino maggiore interazione.
Gli algoritmi possono davvero aiutarci a trovare il partner perfetto?
La risposta è no. Per quanto avanzati, si basano su dati e preferenze dichiarate che, probabilmente, non rispecchiano la persona di cui abbiamo bisogno o che ci potrebbe rendere felici a lungo termine.
Inoltre, non siamo macchine o robot: purtroppo o per fortuna, non possiamo controllare del tutto le nostre emozioni, tantomeno l’attrazione, che è influenzata da fattori imprevedibili.
Un esempio è il modo in cui il nostro cervello percepisce l’amore attraverso processi chimici e biochimici, in particolare grazie a neurotrasmettitori come ossitocina, dopamina e serotonina, che regolano il legame affettivo e l’innamoramento.
Gli algoritmi e la matematica possono aiutarci a comprendere le dinamiche dell’attrazione online, ma non sono in grado di sostituire la complessità dell’esperienza umana.
Possiamo utilizzarli come strumenti per individuare potenziali compatibilità, sfruttando le informazioni che arrivano tramite i dati: i risultati delle ricerche suggeriscono infatti che differenziarci, rimanendo autentici e fedeli a noi stessi, può avvantaggiare in termini di attenzione.
Per questo, anziché affidarci ciecamente ai calcoli, dovremmo considerarli un punto di partenza, mantenendo la mente aperta e non ponendoci troppe aspettative o restrizioni nella scelta delle preferenze, così da non precluderci possibilità e lasciarci sorprendere ancora un po’ dall’amore inaspettato.