Illustrazione di Greta Vaccari

Le emozioni sono uno stato psichico e fisico causato da uno stimolo esterno: come il corpo umano, anch’esse hanno avuto una loro evoluzione nel tempo, finalizzata a incrementare le possibilità di sopravvivenza e preservare, quindi, la specie.

di Matteo Tezza

Quante emozioni esistono? Quali sono? La scienza ha provato a dare una risposta, senza però trovarne una univoca. In questa sede, esploreremo le principali teorie che definiscono le emozioni.

Una delle prime e più accreditate è quella dello psicologo Robert Pluchik (1927-2006), il quale afferma che le emozioni fondamentali sono otto. Egli tiene, altresì, conto di dieci postulati:

  1. il concetto di emozione è applicabile a tutte le specie animali;
  2. le emozioni hanno avuto un’evoluzione differente a seconda della specie che le ha sviluppate;
  3. le emozioni hanno svolto un ruolo essenziale nel supportare gli organismi nel processo di adattamento alle avverse condizioni ambientali;
  4. differenze di espressione delle emozioni a parte, vi sono elementi comuni a tutte le specie;
  5. esiste una quantità di emozioni primarie di base;
  6. alcune emozioni complesse rappresentano un miscuglio o una derivazione delle emozioni primarie;
  7. le emozioni primarie sono concetti ideali con caratteristiche che possono essere dedotte solo attraverso specifiche prove;
  8. le emozioni primarie sono raggruppabili in coppie di opposti;
  9. tutte le emozioni variano nel grado di somiglianza tra loro;
  10. ogni emozione presenta livelli diversi di intensità o di stimolo.

Le emozioni primarie sopracitate sono gioia, fiducia, paura, sorpresa, tristezza, disgusto, rabbia. Come da punto otto, esse sono accoppiate ai loro opposti: abbiamo, pertanto, gioia e tristezza, fiducia e disgusto, paura e rabbia, sorpresa e aspettativa.

Ogni emozione si collega, altresì, ad otto azioni differenti alla base dei meccanismi di difesa: linguaggio soggettivo (l’emozione provata dall’individuo), linguaggio comportamentale (comportamento eseguito data una situazione) e linguaggio funzionale (fine delle azioni svolte)

Evento stimoloValutazione cognitivaLinguaggio soggettivoLinguaggio comportamentaleLinguaggio funzionale
Minaccia“pericolo”PauraEvasioneProtezione
Ostacolo“nemico”RabbiaAggressione, ViolenzaDistruzione
Potenziale Partner“possesso”GioiaCorteggiamento, AccoppiamentoRiproduzione
Perdita“abbandono”TristezzaPianto, Richiesta di aiutoReintegrazione
Membro del gruppo“amico”FiduciaCondivisione, AiutoAggregazione
Oggetto di pessimo gusto“veleno”DisgustoVomito, DefecazioneRigetto
Nuovo territorio“cosa c’è la fuori?”AnticipazioneEsplorazioneEsplorazione
Imprevisto“Che cos’è?”SorpresaImmobilizzazioneOrientamento

Per spiegare al meglio la propria teoria, Pulchik ha creato due modelli: un 3D a forma di cono e uno 2D, in cui vengono spiegate le emozioni, mostrandone l’intensità, il miscuglio e il corrispettivo opposto.

Pulchik non è stato però l’unico a studiare le emozioni e la loro suddivisione; Paul Ekman, ad esempio, ha incentrato la sua ricerca sul tema del riconoscimento delle emozioni attraverso le espressioni facciali.

Psicologo e professore dell’Università della California di San Francisco, gli interessi di questo scienziato hanno spaziato tra il campo del linguaggio non verbale dell’essere umano e il tema dell’universalità delle emozioni: questo perché, anche se le emozioni universali, prima degli Anni Cinquanta si credeva che ci fossero modi differenti di esprimerle dipendentemente dalla cultura. Questa credenza è risultata essere falsa:  attraverso i suoi studi, Elkman ha notato che la differenza di espressioni facciali è riconducibile solo al contesto, arrivando alla conclusione che le emozioni universalmente riconosciute attraverso le espressioni facciali sono sette: rabbia, disgusto, gioia, tristezza, paura, disprezzo e sorpresa.

La conferma definitiva la ebbe durante un viaggio in Nuova Guinea: vivendo per un periodo in seno a una tribù locale, scoprì che, anche se non avevano mai avuto contatti con la società occidentale, le emozioni espresse attraverso le espressioni facciali erano le medesime. L’unica differenza era culturale in quanto solo ad alcuni era permesso mostrare determinate emozioni.

Le emozioni sono un mondo vasto: oltre alle teorie elaborate al fine di classificarle – che concordano comunque sull’esistenza minima di cinque emozioni primarie – altre si soffermano sulla loro genesi.

Potrebbe essere uno spunto interessante, quest’ultimo, per la redazione di un ulteriore articolo.

Di Matteo Tezza

Curioso come non mai, sono sempre in mezzo a qualcosa, infatti vengo chiamato prezzemolo

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