Un’analisi sulle elezioni negli Stati Uniti: intervista con un esperto di politica americana per esplorare l’impatto dei risultati e le prospettive della politica statunitense.
di Janiss Zanoni e Gianmaria Rigoni
In questo articolo guarderemo più nel dettaglio gli aspetti che hanno caratterizzato le elezioni USA 2024. Per fare ciò abbiamo contattato, all’interno del progetto EUAMI, Fabrizio Tonello, esperto di politica americana e docente all’università di Padova.
Se sei invece curioso di scoprire quali sono i possibili effetti delle politiche proposte da Trump, clicca qui.
Prima di cominciare è bene fare una digressione sul sistema elettorale americano, in quanto molto diverso da quello a cui siamo abituati noi europei. Sin dai tempi della prima Costituzione gli Stati Uniti si sono dichiarati un paese federale e perciò i voti vengono ripartiti stato per stato, basandosi sui grandi elettori. A ogni stato è assegnato un numero di grandi elettori proporzionale alla loro grandezza. Questo implica che anche gli stati più piccoli possono essere egualmente rappresentati.
Gli swing states
“I deputati del collegio elettorale sono assegnati al candidato che ha ottenuto il maggior numero di voti in quello stato. Questo implica un’ulteriore distorsione, come è avvenuto nel 2016 con Trump e nel 2000 con Bush: la ripartizione dei voti è tale per cui chi ha meno voti nei cittadini a livello nazionale, può ottenere comunque una maggioranza nel collegio elettorale.”
Questo è quello che ci ha detto Fabrizio Tonello per spiegare con un chiaro esempio gli effetti del collegio elettorale, organo fondamentale per determinare il nuovo presidente.
La suddetta struttura ripartisce i voti tramite un sistema elettorale, motivo per il quale il presidente non viene eletto per voti popolari, bensì per voti elettorali, ed è per questo che un candidato rispetto ad un altro può essere eletto anche se ha ricevuto meno voti popolari. Questa particolarità è alla base di tutte le controversie sorte sul meccanismo americano. Difatti, sono innumerevoli le ricerche e le discussioni condotte riguardanti la compagine elettorale.
Tuttavia, la maggior parte degli stati ha una tendenza politica oramai consolidata: le due coste votano per i democratici, mentre il Sud e le grandi praterie per i repubblicani. Ciò determina la consuetudine dei candidati presidenti di focalizzare la propria campagna elettorale solamente attorno a una quantità ridotta di stati: Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, Arizona, Georgia, Nevada e North Carolina, nei quali anche un’oscillazione di poche migliaia di voti può ribaltare il risultato.
Fattori determinanti
Trump ha raggiunto una vittoria schiacciante e ritornerà alla Casa Bianca. È la seconda volta nel corso della storia che un presidente degli Stati Uniti ritorna in carica dopo aver perso un mandato. Le ragioni principali per le quali Harris ha ricevuto meno voti del suo rivale sono principalmente due:
- L’inflazione che si è verificata durante la seconda metà del mandato di Joe Biden. Seppur non fu particolarmente significativa ha avuto un impatto considerevole sul bilancio della maggior parte delle famiglie americane, che vivono “paycheck to paycheck”, ossia da una busta paga all’altra, senza riuscire a mettere soldi da parte.
- L’immigrazione, che Trump e Vance hanno animatamente enfatizzato, ha visto un aumento negli stati meridionali confinanti col Messico.
Tuttavia, anche il target della campagna di Trump è stato molto diverso rispetto a quello di Harris e questo ha sicuramente influenzato il verdetto. Harris con la sua campagna, che ha visto succedersi memes, video e raccomandazioni da parte di cantanti della scena mondiale, non ha raggiunto l’audience, cosa che l’entusiasmo e l’approccio populistico di Trump sono invece riusciti a fare.
L’ambiente, l’immagine e i social
Col fine di analizzare più nel dettaglio queste elezioni prendiamo in esame ulteriori aspetti.
Nessuno dei due candidati ha messo al centro la tematica del cambiamento climatico, nonostante proprio durante il periodo delle elezioni in America si verificavano fenomeni meteorologici dalle dimensioni mai viste prima, come il Tornado del Messico che ha devastato il North Carolina, confermando l’esistenza e la gravità del problema che urge risolvere. Le elezioni, infatti, si sono concentrate principalmente sulle tematiche riguardanti l’economia e le immigrazioni, non trattando altre questioni che sarebbero invece state altrettanto importanti.
Una cosa che non ci stupisce è l’importanza dell’immagine dei candidati, che ha giocato un ruolo ancora più fondamentale rispetto alle stesse proposte. Non è la prima elezione in cui questo avviene, viviamo infatti in una società dell’immagine, per cui è molto più semplice che una persona venga giudicata a seconda del suo aspetto e del suo modo di fare, piuttosto che per le sue ideologie.
L’elemento fondamentale nel vestiario di Trump erano i colori, smoking blu, camicia bianca e cravatta rossa rimandano chiaramente alla bandiera americana trasmettendo il chiaro messaggio: “io sono l’America, l’America è me”, conquistando la maggioranza nazionalista del paese. Infine, è necessario menzionare anche il fondamentale ruolo dei social media, in particolare “X”, la piattaforma acquistata da Elon Musk, fermo sostenitore di Trump. Anche in Italia ormai i politici fanno uso dei social media per sponsorizzare e diffondere i loro messaggi, ma è importante distinguere una situazione di normale utilizzo delle pagine social per favorire un personale interesse, e una situazione in cui ogni contenuto pubblicato nella specifica piattaforma venga controllato in modo che l’algoritmo favorisca un determinato candidato, come è avvenuto in America.