Un vivace quintetto di clarinetti si è esibito sotto il portico dei Lattonai con una esibizione di quattro brani.

di Andrea Bizzarri

Alle 14 e 45, nella suggestiva location del portico dei Lattonai, si è tenuta la splendida esibizione di un quintetto di clarinetti del liceo musicale Isabella d’Este, ospite per la terza volta all’evento.

Istruiti dal professore di clarinetto e sassofono Luca Bernabeni, gli studenti Sofia Rovina, Filippo Rollo, Luigi Saviano e Allegra Baraldi hanno deliziato il pubblico (ed il sottoscritto) con quattro magnifici brani, molto diversi fra loro e appartenenti ad epoche diverse.

Il titolo dell’evento si riferisce al materiale di cui sono fatti gli strumenti, un legno particolare che conferisce ad essi un suono molto caratteristico, vellutato ma allo stesso tempo intenso. 

Il primo ad aprire la scaletta è stato un pezzo molto placido, con momenti lenti e armonie drammatiche, che conferivano tranquillità all’atmosfera.

A seguire è stato suonato “Siciliana”, un brano molto conosciuto di Gabriel Fauré, compositore francese di fine Ottocento. Con un approccio innovativo della musica da camera per l’epoca, ha partorito un brano (più precisamente una danza popolare dell’omonima regione) dolce, sognante, degno delle atmosfere eleganti dei salotti dell’epoca, che esprime il suo amore per il lirismo.

Il penultimo componimento sono state le Laudi alla Vergine Maria di Giuseppe Verdi, uno dei più grandi compositori di tutti i tempi. La religiosità del componimento traspare benissimo dalle armoniche maggiori del brano, dai tempi dilatati e dalla complementarietà degli strumenti fra loro. La sua peculiarità è quella di essere stato scritto basandosi sull’ultimo canto del paradiso della Commedia dantesca.

Infine, per finire in bellezza, il nostro quintetto ha concluso con “Il ratto del Serraglio” di Wolfgang Amadeus Mozart. Il titolo sintetizza una storia che generò molto scalpore all’epoca quando fu presentata all’imperatore, visto il tema considerato immorale. Per ratto non si intendono i topi che popolano anche la provincia di Mantova, bensì il rapimento delle concubine del sultano di Turchia, ovvero le ragazze del suo harem, il Serraglio appunto. Fortunatamente, insistendo, Mozart è riuscito a convincere l’imperatore, permettendogli la realizzazione dell’opera. Si divide in tre temi musicali: l’inizio, veloce e dinamico; la parte intermedia, meditativa e a tratti drammatica; infine la parte finale, una vera esplosione sonora che ha lasciato il pubblico a bocca aperta, il quale ha ringraziato i cinque musicisti con uno scrosciante applauso.

Di Andrea Bizzarri

Quando non tento di mettere per iscritto le mie elucubrazioni, sono un dedito lettore e amante della musica, sia attivamente che passivamente. Attratto a tratti dalla tecnologia, dallo studio degli idiomi e dello spazio-tempo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri di più da

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere