Intervista a uno straordinario chitarrista e grande maestro, fonte di ispirazione per molti giovani, che grazie a lui hanno intrapreso la strada  della carriera musicale.

di Rebecca Both

Chi conosce Franco sa benissimo che buon animo ha e quanta passione infonde in tutto ciò che fa, specialmente nella musica. Quando lo si sente suonare si entra come in una fase di trance, si rimane abbagliati dalla velocità con la quale fa scivolare le dita sulle corde della chitarra, dalla dolcezza e dalla rabbia che certi brani suscitano e si rimane stupiti del suo amore per la musica, che con gli anni non si è mai affievolito.

Ora, però, scopriamo come ha coltivato la sua passione e come è arrivato ai suoi livelli. 

Salve, Franco, è un onore per me poterLa intervistare. Può raccontarci come ha scoperto di avere la passione per la musica?

La mia passione per la musica nasce durante l’infanzia e mi è stata trasmessa da mio padre, che canticchiava sempre opere liriche e canzoni classiche napoletane. Lui non era un cantante o un musicista, era un falegname; però non ha mai smesso di essere appassionato di musica, come me. La mia passione è “esplosa” proprio nel suo laboratorio di falegnameria. Purtroppo i miei genitori non godevano di una condizione economica agiata, perciò non potevano permettersi di comprarmi una chitarra; così mi sono ingegnato e ho inchiodato una striscia di nylon ad un pezzo di legno e questo mi ha permesso di tirare fuori alcune delle melodie del periodo. Qualche anno dopo ho costruito una chitarra in truciolato e ci ho messo sei corde: era molto pesante ma le note che riuscivo a suonare mi mettevano allegria.

Che percorso di studi ha intrapreso? È stato difficile conciliare la scuola con la musica?

Ho iniziato a studiare musica dapprima come autodidatta per poi iscrivermi al Conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo. Mi sono diplomato in chitarra classica presso il Conservatorio di Musica di Ferrara. Nella mia carriera musicale ho avuto l’opportunità di conoscere e di lavorare con moltissimi musicisti come per esempio il Maestro A. Amato e con il Maestro G. Balestra. È stato semplice conciliare la scuola superiore con il conservatorio, dato che erano in alternanza.

Ha mai pensato che fare della musica un lavoro fosse una pessima idea, vista la precarietà in cui spesso vive un musicista?

No! Amo il mio lavoro e lo esercito con molta passione. Tuttavia riconosco le difficoltà che si incontrano, ogni tanto, in quest’attività.

Si sa che nel mondo della musica, ma in generale nel mondo artistico, bisogna fare molti sacrifici per trasformare la propria passione in un lavoro; qual è stato il Suo più grande sacrificio?

Ebbene, ho fatto diversi sacrifici, come lasciare la mia città natale, Regio Calabria, per proseguire i miei studi a Venezia. Anche trasferirmi a Mantova è stato difficile, visto che non conoscevo nessuno se non mio cugino, che mi diede ospitalità i primi mesi, mentre cercavo di trovare lavoro in campo musicale. Tuttavia, grazie al mio spirito di intraprendenza, mi sono inserito ed integrato subito nel territorio mantovano e reggiano!

Considerando tutte le difficoltà incontrate e i sacrifici effettuati, se potesse tornare indietro nel tempo, cambierebbe qualcosa?

No, assolutamente! Non rimpiango le mie scelte, nonostante mi sia imbattuto in momenti di assoluta precarietà.

Chi l’ha ispirata di più nel Suo percorso? 

Tante circostanze e persone sono entrate nel gioco dell’ispirazione! Ad esempio quando andavo all’oratorio c’erano i ragazzi più grandi di me che suonavano, ma anche il mio vicino che suonava la chitarra e mio padre che mi faceva sentire Mario del Monaco. Ho partecipato ad un festival canoro da ragazzino e, nonostante mi fossi presentato come cantante, sono rimasto incantato dal chitarrista della band che mi accompagnava! Tuttavia il personaggio che mi ha ispirato di più è stato il grande chitarrista Andres Segovia, mentre eseguiva la Ciaccona di J.S Bach, che all’epoca era su un vinile.

Lei è conosciuto grazie alla Sua bravura nel suonare la chitarra. Ma nel corso degli anni ha coltivato anche qualche altro interesse in ambito musicale?

Ho da sempre coltivato la voce da tenore, che tra l’altro mi ha visto impegnato per diverso tempo nel coro lirico del Teatro Regio di Parma.

Ha qualche consiglio da dare ai giovani che aspirano, come Lei, a diventare musicisti nella vita?

Prima di tutto c’è bisogno di passione e motivazione. Il resto poi viene da sé, con dedizione, costanza e studio. Oggi, a differenza dei miei tempi, ci sono più mezzi tecnologici, quindi ci sono più stimoli ed informazioni. Tuttavia, c’è anche molta competitività… Ma, alla fine, è questo il sale della vita! Non bisogna mai lasciarsi scoraggiare dalle difficoltà, bisogna anzi perseverare con speranza, fiducia ed ottimismo!

Grazie mille, Franco!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *