Memorie di uno studente
di Mitja Bonassi
A te che sei stato ciò che desideravo.
A te che sei stato ciò che ho odiato.
A te che mi hai formato e fermato
quando la necessità di frenare è così alta
che ti spingi oltre.
Ad un passo dall’orlo,
verso la fine.
Troppo vicino ad abbandonarti,
ma tu mi volevi con te.
E ognuno me lo ha fatto capire,
la semplice decisione di mettersi in gioco.
Una chiave di salvezza dalla solitudine
che anche se temuta mai arrivò.
La casa di tutte le mattine.
Il laboratorio di tutti i pomeriggi,
dove sintetizzare ogni emozione
arrivando alla formula corretta.
La chimica alla base di una bomba nucleare.
La detonazione che non fa male.
Un’energia così grande che non si può misurare.
Un calcolo probabilistico errato.
Infatti tutti ci hanno sempre creduto.
Soprattutto tu,
il primo ad accogliermi.
L’ultimo ad andarsene
tracciando i percorsi da seguire,
portandomi a conoscere
l’odore di altre case,
il calore di altri camini.
Lontano da tutto ciò che era noto prima.
Un universo parallelo che tocca la realtà
mischiandosi in grovigli troppo difficili per essere districati e compresi.
Comprendimi come sono:
diverso da chi eri abituato a vedere,
ma ugualmente capace di essere tuo.
E alla fine
Anche tu sei diventato mio.
Un’unione così forte
che nemmeno il tempo potrà sciogliere.
Addio
Una lettera davvero bella che dice molto del percorso che hai fatto e probabilmente delle difficoltà incontrate. I miei complimenti!!