di Silvia Butnaru

In data 15 ottobre, la commissione Cultura della Camera approva un emendamento che estende il divieto all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole secondarie di I grado. Prima era presente solo per la scuola dell’infanzia e primaria, e in quelle di II grado senza il consenso “informato” e l’approvazione dei genitori dei ragazzi e del gruppo docenti. Rossano Sasso, deputato della Lega, dichiara infatti che l’obbiettivo sarebbe quello di assicurare ai bambini un percorso coerente e rispettoso del ruolo centrale dei genitori, senza delegare questo compito a chi non è qualificato e non sempre imparziale; appuntando anche che i partiti di estrema sinistra si sbagliano cercando di continuare questa propaganda su temi inopportuni e inadeguati per bambini di 5 anni. Ma questo decreto punta effettivamente a migliorare la modalità in cui vengono educati bambini e ragazzi, oppure è un divieto comandato dalla paura che agli studenti venga inculcata qualche “stana ideologia omosessuale”?

Molti studi confermano che l’educazione sessuale e affettiva promuove la consapevolezza dei propri sentimenti ed emozioni, in modo da sviluppare gli strumenti giusti con cui riconoscerle e gestirle. Comprendere le proprie emozioni può favorire una buona relazione con se stessi e con gli altri. L’educazione sessuale insegna il rispetto del corpo e della persona, oltre che offrire strumenti con cui conoscere se stessi e che aiutano ad essere più empatici e rispettosi verso gli altri. 

L’associazione Save the Children in collaborazione con l’ente IPSOS, nel dicembre 2024, ha proposto a giovani, residenti in Italia, di età compresa tra 14 e 18 anni, e a genitori di ragazzi/e tra i 14 e 18 anni, un sondaggio, il cui l’obbiettivo è stato quello di capire la relazione tra adolescenti e sessualità. Dai dati di tale sondaggio emerge che circa il 40% dei giovani non ha mai fatto educazione sessuale a scuola, ma tra il restante 60%, cioè coloro che hanno avuto la possibilità di fare questa esperienza, emerge che il 95% di loro pensa che sia utile fare educazione affettiva e sessuale nelle scuole, dando la giusta attenzione alle diverse fasce di età, e per il 90% è necessario avere un supporto formativo indirizzato ai genitori su come affrontare i temi della sessualità con i propri figli. Da questi dati si percepisce come sia evidente che i ragazzi sentano l’esigenza di approfondire temi importanti che segnano il periodo dell’adolescenza.

Forse quello che spaventa tanto coloro che hanno sentito il forte bisogno di questo decreto, non è la preoccupazione che temi di questo calibro vengano affrontati da ragazzi giovani, che potrebbero vedere l’argomento come inutile oppure spaventoso e turbante, ma in realtà la paura che ai giovani venga fatta propaganda a riguardo tematiche di orientamento sessuale, con il terrore che un giorno, a coloro che a scuola è stata fatta educazione sessuale possano diventare gay, lesbiche, trans o qualsiasi altra sfumatura, come se essere una qualsiasi cosa tra queste fosse una scelta, guidata dagli insegnamenti che qualcuno riceve.

Certi lo definiscono indottrinamento ideologico, di conseguenza, l’abolizione dell’educazione sessuale nelle scuole porterebbe alla tutela della “libertà educativa delle famiglie e la purezza educativa”, definità così dalla onlus ProVita & Famiglia, che nota una vera e propria “furia Lgbt” che presumibilmente si sta scagliando sui ragazzi.

Svariati studi, ormai, hanno confermato che non esista effettivamente un “gene gay”, ma esistano diverse condizioni biochimiche, a livello di sviluppo endocrino, controllate dai geni, che producono cambiamenti a livello di specifiche strutture del cervello che controllano il rilascio di ormoni. Inoltre, dagli studi emerge che l’orientamento sia “programmato” nel cervello prima della nascita da un insieme di condizioni, come quelle prenatali, genetiche o epigenetiche, nessuna delle quali viene influenzata dalla scelta cosciente di una persona, constatando quindi che essere omosessuali non sia una scelta ma una caratteristica prestabilita dalla nascita. L’educazione sessuale fatta a livello scolastico, quindi, non influenzerebbe in nessun modo possibile l’orientamento sessuale di un giovane ma, d’altro canto, potrebbe invece portare alla consapevolezza della diversità umana, alla tolleranza e all’empatia verso chi diverso dagli standard culturali di riferimento.

Quindi, perché penso che sia così importante informare i ragazzi su tematiche così sensibili? Penso che il dovere, e soprattutto il potere della scuola, sia quello di formare dei cittadini consapevoli, che riescono a vivere all’interno di una società umana, e in modo informato. Parlare all’interno delle scuole di sessualità e affettività, favorendo l’empatia e l’informazione, può contrastare anche fenomeni di violenza di genere, stereotipi e discriminazioni, con l’obbiettivo di aumentare la consapevolezza su temi legati al periodo di crescita degli studenti e delle studentesse, aumentando le life-skills personali e relazionali.

Di Silvia Butnaru

Sono Silvia, ho sempre amato fare foto, catturare un`immagine che mi piace per poi riguardarla in un secondo momento e ripensare all'emozione che mi ha regalato in precedenza. Per questo motivo ho pensato che sarebbe stata una buona idea cercare di trasmettere quest`emozione anche a qualcun altro.

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