ODE AL CORPO SCIOLTO

Una riflessione su un’azione quotidiana universale

di Cattivik

Cacca: (region. caca) s. f. [affine a cacare; ma κάκκα è già in greco, in Aristotele, per indicare gli escrementi umani (così come è presente in Aristotele il verbo κακκάω nel sign. di «cacare»)]. – Escremento umano, spec. nel linguaggio dei bambini: fare la cacca. Per estens., sudiciume in genere, e fig., spreg., alterigia.

Come disse il noto chimico Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Fare la cacca rappresenta un bisogno fisiologico delle specie animali, in quanto permette di espellere i resti degli alimenti che erano stati precedentemente ingeriti. L’alimento si trasforma e la materia marrone è il risultato di un processo, una sintesi. Bene o male quest’azione fa parte della nostra routine quotidiana, tanto che ormai i momenti di liberazione sono diventati quasi intoccabili, sacri: mentre il corpo si purifica la mente è libera; sfido chiunque a dire che non si è mai ritrovato a porsi domande sui massimi sistemi del mondo mentre era seduto in quel posto sicuro e accogliente che ci conforta ogni qualvolta nasce il bisogno di liberare le proprie interiora.

Comunque, seppur sia una cosa che ci accumuna tutti, esistono varie tipologie di “popò” che spaziano in diversi campi della nostra cultura. In passato, il guano, ovvero lo sterco d’uccello, veniva pagato a peso d’oro, in quanto costituiva un importante fertilizzante per la notevole quantità di azoto contenuta e per questo contribuiva al progresso in ambito agrario. E non è finita qui: nonostante sia un prodotto organico, non dobbiamo pensare che il mito dell’escremento trovi applicazione solo nel campo scientifico: un chiaro esempio di ciò lo si può ritrovare nell’opera di arte moderna “Merda d’artista”, proposta da Piero Manzoni per veicolare importanti messaggi alla società. Questi sono esempi solamente legati all’età moderna e contemporanea, ma la mistificazione delle feci ha origini ancora più lontane: nell’antica Roma gli abitanti pregavano il dio “Sterculo”, l’inventore della concimazione dei campi e degli escrementi, per avere un buon raccolto.

In conclusione, sotto vari punti di vista, il corpo sciolto è sempre stato al centro della vita umana ed ancora ai giorni nostri risulta uno strumento per abbattere gli schemi imposti dalla tradizione.

Abbiamo la fortuna di avere all’interno del nostro istituto un anonimo esponente di tale corrente che, per rompere le linee del “socialmente accettabile”, si esibisce producendo esempi al di fuori dei luoghi adibiti alla defecazione. Questo gesto di ribellione ha sicuramente un nobile significato intrinseco che ancora oggi è di difficile interpretazione: quali sono i moventi che lo spingono a ciò? Una persona arriva a tali gesti per esprimere un proprio disagio o un proprio pensiero? Qual è il fine ultimo del vandalismo attraverso il corpo sciolto in un luogo che si crede sicuro e familiare per lo studente?

Le domande rimangono senza una chiara risposta e per questo chiedo a voi, amati lettori di MyFermi, di dare una spiegazione tramite il sondaggio anonimo qui sotto

“Merda d’artista” di Giuseppe Veneziano

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