di Nasim Mohommed
Il 23 marzo 2023, la classe 4EAUMENE ha avuto l’onore di incontrare lo scrittore e storico Frediano Sessi. Il suo discorso, incentrato sul tema dell’importanza di questa ricorrenza, è partito da una domanda all’apparenza scontata:
“Perché dobbiamo ancora occuparci del Giorno della Memoria?”
Ha, quindi, chiarito il fatto che gli Ebrei sono perseguitati e discriminati sin dai primi secoli dell’Era cristiana.
Ciò è causato da un problema di natura psicologica oggi abbastanza diffuso: la xenofobia o paura del diverso. Attraverso essa, si passa da un semplice timore nei confronti di ciò che ci è estraneo alla discriminazione e, infine, al razzismo. Il professor Sessi ha anche chiarito una volta per tutte che non si è trattato di una originale, spietata idea di Adolf Hitler, come alcuni sostengono, teorizzata nel suo libro Mein Kampf, ma è stata introdotta dopo una serie di dibattiti parlamentari. Ricordiamo, infatti, che i campi di concentramento erano stati inizialmente creati per quei tedeschi che erano ritenuti nemici dello Stato nazista.
Oggetto di persecuzione, oltre a questi ultimi, erano:
- gli handicappati, destinati all’eliminazione fisica; ai loro genitori, invece, toccò la sterilizzazione, finalizzata a impedir loro di generare altri figli anormali;
- gli ebrei, il cui sangue impuro contaminava quello degli ariani.
Dato che gli ebrei erano visti in questo modo, per creare un mondo nuovo fatto di persone di razza Ariana, la grande e forte Germania doveva provvedere a sterminarli ed è per questo che, a partire dagli Anni Quaranta del secolo scorso, i vari lager sono stati convertiti in campi di sterminio. Per concludere il discorso, Frediano Sessi ha sottolineato proprio il fatto che la xenofobia, che ha per oggetto lo straniero, prevalentemente “il migrante”, sia un problema quantomai attuale ed è per questo motivo che il ricordo del Giorno della Memoria dev’essere tutelato e trasmesso di generazione in generazione.