Si parla spesso di problemi legati all’istruzione e alla scuola. Noi del blog abbiamo deciso di condurre un’indagine per comprendere lo stato del benessere degli studenti del Fermi.
di Janiss Zanoni
La voce degli studenti è importante. Per questo abbiamo voluto ascoltarli, attraverso un’indagine che ha riguardato alcuni aspetti fondamentali della loro vita scolastica. I dati riportati nei grafici fanno riferimento a un campione di 350 ragazzi; i dati sono stati raccolti sia attraverso interviste sia attraverso un sondaggio effettuato tramite google.
Le domande vertevano su quattro nodi fondamentali: la qualità del sistema dei trasporti, l’organizzazione delle gite e gli spazi a disposizione degli studenti, tutti oggetto della recente manifestazione degli studenti mantovani. A queste si aggiungeva quella relativa al rapporto con i docenti.
Come emerge dalla rappresentazione grafica qui sotto riportata, la maggior parte degli intervistati non ritiene sufficientemente adeguati il sistema dei trasporti e l’organizzazione delle gite. Anche la capacità di ascolto dei professori è risultata appena sufficiente.
Il problema dell’organizzazione delle gite è sempre il medesimo. Il primo scoglio da superare è trovare i professori disposti ad accompagnare gli studenti. Due sono gli ordini di problemi: il “reclutamento”, che è difficile perché le ore extra di lavoro non vengono minimamente retribuite né recuperate e la pianificazione e realizzazione, che risulta complessa e ricade per lo più su di loro. A questi si aggiungono problemi legati ai tempi della segreteria, diversi da quelli dei musei e altri intoppi che gli studenti non conoscono ma i cui effetti negativi ricadono su di loro: per esempio alcuni hanno dovuto riconsiderare la meta e altri hanno dovuto ridurre il numero di giorni inizialmente previsti. Anche per le classi che non hanno dovuto variare il programma, i disguidi non sono mancati, a volte risolti solo grazie all’intervento dei rappresentanti d’Istituto o alla tenacia di alcuni professori.
Se alcuni docenti si dimostrano disponibili e aperti, altri fanno ancora fatica a mostrare empatia e ascolto. La situazione non è semplice: in alcuni casi l’incomprensione e le difficoltà comunicative tra studenti e docenti finiscono per provocare una chiusura da entrambe le parti, che porta a volte a situazioni di disagio che possono compromettere il percorso di apprendimento. Circa il 60% degli studenti ha affermato ad esempio che quasi nessun prof è disponibile ad un adattamento del programma rispetto alle diverse esigenze. La richiesta degli studenti in realtà non mira a ridurre il carico di lavoro ma a ottenere una collaborazione maggiore in termini di organizzazione degli impegni scolastici; essi chiedono infatti più interrogazioni programmate e meno compiti nelle settimane in cui è maggiore il numero delle verifiche.
Tra i problemi segnalati dagli intervistati anche la situazione che si ripresenta ogni settembre: la mancanza di docenti. Anche se non dipende dalla singola scuola, resta un disagio notevole per gli studenti. È sempre più raro avere tutti i professori all’inizio dell’anno e questo ritardo in alcuni casi non permette di affrontare tutti gli argomenti previsti dal programma annuale.
Quest’anno molti si sono lamentati anche del sovraffollamento e degli ingorghi che si sono creati in alcuni punti della scuola, in particolare sulle scale; disagi di cui si sapeva ma che provocano perdita di tempo negli spostamenti tra un’aula e l’altra. L’altro problema è quello degli spazi non sufficientemente grandi da contenere tutti gli studenti coinvolti nelle assemblee d’istituto o in sedute plenarie legate a progetti.
Di trasporti se ne è già parlato molto: sono spesso in ritardo, affollati e costosi, considerando il servizio che offrono. L’85% degli intervistati sostiene che il servizio di trasporto pubblico è insufficiente. È un problema che riguarda quasi tutti coloro che giungono in città dalla provincia. Per questo motivo i Rappresentati della Consulta provinciale e i Rappresentanti degli istituti Fermi, Isabella D’Este, Virgilio, Giulio Romano e Belfiore si sono attivati per cercare di trovare una soluzione.
La chiave per un sistema scolastico funzionante è la consapevolezza dei problemi che lo caratterizzano. Evidenziarli non vuole essere una critica, ma il punto di partenza per un dialogo costruttivo tra le parti coinvolte, al fine di risolverli. Solo sapendo quali sono i nostri punti deboli possiamo attivarci per eliminarli ed è quello che noi studenti vogliamo fare. Sappiamo che il cambiamento non può avvenire velocemente, ma crediamo che lavorando insieme si possa ottenerlo.