Noi siamo “i ragazzi di strada spolverina”, ma chi erano quelli originali?
Scopri coloro a cui è dedicata la rubrica attraverso la visita al museo di Enrico Fermi a Roma!

di Daniele Varoli

Roma – Museo di Enrico Fermi

È ragionevole pensare che tutti, anche i più distratti, riescano in modo agile a cogliere un fondamentale collegamento tra la nostra scuola e Enrico Fermi; quello che dubito altrettanti sappiano è ciò che unisce Fermi con questa sezione del blog e cosa possa averci a che fare l’omonimo museo situato a Roma.

Per chiarire tutti questi dubbi e fare luce sul caso gli alunni della sezione 4°E si sono recati sul posto in aprile 2023 per una gita a tema scientifico, politico e artistico.

Il museo si trova in Via Panisperna, nell’edificio storico che fu sede delle ricerche di fisica teorica di Fermi durante il suo periodo trascorso in Italia che lo portarono al premio Nobel, vediamo insieme cosa vi si può trovare.

L’esperienza si svolge per tutta la sua durata in una dicotomia tra passato e innovazione: da una parte sono presenti gli stessi strumenti che sono stati utilizzati dalla squadra di Enrico Fermi durante le loro scoperte e dall’altra la visita è copiosamente arricchita di modelli grafici e video esplicativi dei modelli teorici che sarebbero altrimenti di irraggiungibile difficoltà per dei visitatori non formati a riguardo o non dotati di un’ottima capacità astrattiva.

Appena entrati nel museo si è accolti da una guida specializzata nell’ambito della fisica teorica e la spiegazione procede in ordine cronologico di come sono avvenuti gli eventi nella vita di Fermi.

Si comincia dalla istituzione della cattedra di fisica teorica che viene affidata a Fermi e il suo desiderio di formare una squadra di ricercatori capaci con cui potesse proseguire le sue ricerche in ambito di forze nucleari delle particelle: “i ragazzi di via Panisperna” (da cui la sezione del blog trae sottilmente ispirazione per il nome).

Di rilevanza focale per la visita guidata è la storica “fontana di Fermi” la quale, secondo la storia, sarebbe stata al centro della rivelazione che ha portato Fermi al punto di svolta per le sue teorie.

La spiegazione sommaria è questa: il gruppo aveva già da tempo iniziato a studiare i fenomeni di radioattività, decadimento e radioattività indotta (ne sono testimoni i contatori geiger e gli spettrometri presenti in esposizione) ma non si riusciva a comprendere come tutto ciò accadesse. Ispirato dalla fontana, Fermi ebbe l’idea di non osservare in modo diretto le particelle che facevano da tramite per il fenomeno ma, come i sassi nell’acqua, usare un mezzo che rallentasse il processo e che permettesse di evidenziarne la scia.

I ricercatori riescono quindi a utilizzare per la prima volta dei neutroni lenti che erano più efficaci per l’osservazione nella camera a nebbia e anche per l’induzione della radioattività.

Questa scoperta rivoluzionaria è stata poi base di molti altri progetti di Fermi come l’isolamento del reattore a fissione nucleare che ha aiutato a costruire in America tramite acqua deuterata o acqua pesante (heavy water) e la sua sensazionale ipotesi sull’esistenza del neutrino.

Durante la visita viene spiegato come, osservando gli urti nella camera a nebbia bombardata di protoni e notando che gli urti non erano lineari, Fermi considerò la possibilità che ci fosse una particella elementare nuova, il neutrino che durante gli urti si formasse e andasse a bilanciare la quantità di moto del sistema arrivando a spiegarne il fenomeno del decadimento β e α.

Tralasciando il valore prettamente scientifico, la visita è un esempio molto approfondito di come la mancanza di tecnologie all’avanguardia possa limitare l’avanzata del metodo scientifico e non supportare la validità delle teorie che ne derivano tramite una mancanza di evidenze; ma ciò non deve essere ritenuto unico responsabile per il rallentamento del progresso poiché, come dimostrato da Fermi e i ragazzi di via Panisperna, la ricerca scientifica può e deve continuare anche laddove non siano presenti i mezzi per la dimostrazione immediata di teorie, dato che, anche nel caso eventuale che le si scoprisse false, può essere un punto di partenza per ragionamenti antitetici attualmente considerabili accurati.

In definitiva il museo è un’importante fonte di spunti filosofici e scientifici per ogni aspirante giovane intellettuale e un’imperdibile occasione per chi valuta di proseguire gli studi nell’ambito scientifico ma, in quanto intensa e approfondita, è raccomandabile arrivare con un’informazione di base sull’argomento per non abusare della grande disponibilità e formazione della guida a disposizione – e posso assicurarvi – indispensabile per la completa fruizione e comprensione dell’esposizione.

Di Daniele Varoli

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