“Le emozioni scappano dal possesso dell’amigdala e perdono valore”

di Andrea Annibaletti

Chi sente ma non capisce.

Chi potrebbe capire ma non sente.

C’è chi dice che non esistono i fantasmi,

ma io forse ne ho visti alcuni.

O meglio, ho visto i loro carnosi rivestimenti

senza che fossero in casa.

Ce n’è uno che conoscevo molto bene

e che si è perso da qualche parte

Nelle piaghe del suo universo posseduto.

Ora si vede la sua forma. Unicamente.

Ce ne sono molti qua, di questi esseri.

Unici a fondere passato con un presente a loro arcano.

Vedendo cose non visibili a noi.

Cose che, sotterrate nella memoria quando erano svegli,

ora riaffiorano nell’offuscata coscienza.

C’è chi sta con gli occhi chiusi.

C’è chi da fuori gli prega di aprirli.

“Mamma! Mamma apri gli occhi! Come stai…sai chi sono? Dai, non si mangia ad occhi chiusi”

E lei manco morta li apre. Perché rovinarsi quel buio senza dubbi con questa criptica realtà.

Ecco che alla fine però si aprono. In uno sguardo attonito con bocca chiusa.

Poi c’è chi conoscevo.

A lui dà fastidio questa pioggia di parole e domande e rumori.

Nel suo caso è come se gli fossero rimaste poche frasi,

pochi frammenti di ricordo da custodire.

Ed è come se questi fossero in Nahuatl.

Si immagini che oltre all’impresa di salvare questi messaggi

in lingua sconosciuta, vi siano persone da fuori ad emettere versi in altri idiomi.

E che vogliono la tua risposta.

“Basta! Basta! Basta…voglio andare su”

Poi cambia subito idea e vuole l’aria.

Poi piange.

Luce. Grigio. Pioggia. Grigio. Pioggia. Luce.

Di quelle piogge leggere ed effimere.

Perché il pianto non è più motivato. È semplice negazione.

Le emozioni scappano dal possesso dell’amigdala e perdono valore.

Lo guardo e mi ricorda un bimbo.

Andato avanti in direzione dell’inizio.

Sole che sorge ad est e tramonta ad est.

Ma non ci sono solo menti confuse.

C’è anche chi dentro ha un mostriciattolo,

ma è lucido e comprende.

Una di queste è nel letto a fianco. Mi volto verso di lei e mi guarda. Apre la bocca per poi richiuderla insicura. Guardo in basso e finalmente la sento.

“S’è mosso ancora”

Alzo la testa.

“Non riescono a pigliarlo”.

1 commento su “DA EST A EST”

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