di Gabriele Calzolari

Uni x Mantova – Mantova Art Youth Day

di Giacomo Terzi

Culture diverse e differenze culturali: come imparare ad accettare l’altro da sé? 

La comunicazione è molto più che parole. Ogni gesto, ogni silenzio, ogni distanza tra due persone sono portatori di significato. E quando due mondi culturali si incontrano, a fare da ponte tra le persone è il mediatore linguistico.

Durante il Mantova Art Youth Day, il Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Mantova ha voluto mettere al centro un tema cruciale: la mediazione linguistica come strumento di dialogo e comprensione tra culture diverse.

Quanta cultura c’è nelle nostre interazioni?

In una delle immagini mostrate durante l’evento, vediamo due persone che parlano. Non sono sedute in modo formale, ma qualcosa non funziona nella comunicazione: la donna appare a disagio. Non lo dice a parole, ma lo esprime col corpo. L’uomo, invece, ignora questo segnale. Perché? Nella sua cultura, forse, un certo grado di invadenza o informalità è normale. Qui entra in gioco il mediatore linguistico, che non si limita a tradurre le parole, ma interpreta anche il contesto, le intenzioni e i codici culturali nascosti dietro i comportamenti. In poche parole, “traduce” anche la comunicazione non verbale.

Come ci si presenta? Gesti e distanze che cambiano significato

Una semplice stretta di mano può diventare un dilemma culturale: è appropriato offrirla a chi ho di fronte? Posso avvicinarmi o devo mantenere distanza? Devo consegnare un biglietto da visita?

Ogni cultura ha le sue regole implicite. In un’altra immagine discussa durante l’evento, vediamo persone sedute a un tavolo, apparentemente “alla pari”. In alcune culture, non trattare chi si ha di fronte con più rispetto può sembrare una mancanza. In altre, la gerarchia si dissolve nel gruppo. 

Gesti: un linguaggio che cambia da Paese a Paese

Un semplice gesto con la mano può avere mille significati. Il segno “OK” con le dita? In Italia va bene, in Giappone indica “soldi”, altrove può essere un insulto. Il “grazie” con una mano alzata? In alcune nazioni può apparire come un “basta così”, “stop” o peggio, un gesto offensivo. Il pugno sul tavolo in Germania non è rabbia: è un applauso. Un inchino in Asia è forma di ringraziamento o rispetto.

Conoscere la lingua è importante. Ma comprendere la cultura è fondamentale. Un buon mediatore linguistico è prima di tutto un osservatore attento, un ponte tra mondi, un interprete delle emozioni, dei gesti e dei silenzi.

In un mondo sempre più connesso, la lingua è solo l’inizio.

Foto di Gabriele Calzolari

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