Cosa si nasconde dietro al conflitto dalle radici lontane

di Pietro Casari

Mentre la guerra imperversa nel territorio ucraino, la situazione diventa sempre più complicata da analizzare. Perché sta accadendo e cosa succederà in futuro? Abbiamo cercato di rispondere nel modo più semplice possibile e di fornire riferimenti per chi volesse approfondire.

Nel giro di poche settimane l’Europa è tornata ad essere scenario di guerra, una situazione che nemmeno i grandi esperti geopolitici si aspettavano prima dell’annuncio di Putin dell’attacco nelle primissime ore del mattino di giovedì scorso. Facciamo chiarezza, dunque, analizzando la situazione passo per passo.

Una rivalità di lungo corso

Russia e Ucraina sono paesi storicamente legati, anche se dopo la caduta dell’URSS il popolo ucraino ha cercato sempre più di avvicinarsi all’Occidente e all’UE, sia politicamente che culturalmente. Negli anni la Russia ha tentato di riprendere il controllo del paese diverse volte, ma il popolo ucraino è riuscito, già dai primi anni 2000, a mantenere la sovranità sul proprio territorio; lo ha fatto anche nel 2014, dopo che lo stato era tornato in mano russa a causa del “tradimento” del presidente Victor Janukovyč. Questi, filo russo, si era rifiutato di firmare il trattato di integrazione economica con l’UE, scatenando la reazione degli Ucraini filo occidentali, che erano scesi in piazza dando vita a una vera e propria rivoluzione e costringendo il Presidente alla fuga. La Russia aveva reagito occupando le regioni del Donbass, storicamente filo russe, e riprendendosi la Crimea, un regalo di Chruščëv all’Ucraina, sua alleata.  Gli scontri che ne sono seguiti hanno portato alla formazione delle due repubbliche separatiste Doneck e Lugansk, guidate da cittadini filo russi e impegnate in una guerra civile che ha provocato migliaia tra morti e feriti prima dell’occupazione dell’esercito russo di lunedì 21.

Le cause della guerra

La situazione del Donbass è servita a Putin come pretesto per occupare la zona, allargare la sua offensiva in tutto il paese e arrivare alla situazione attuale. Nel suo discorso di giovedì 24 mattina descriveva il governo ucraino come tirannico e nazionalista e tramite questo strumento demagogico ha giustificato l’invasione come necessaria per «difendere le persone che sono state vittime degli abusi e del genocidio del regime di Kiev, demilitarizzare e de-nazificare l’Ucraina». Ovviamente questa propaganda mediatica ha anche il fine di giustificare la sua aggressione agli occhi delle fasce della popolazione russa meno istruite e cercare quindi di aumentare il consenso popolare, da qualche anno in continuo calo.

Le cause dello scontro sono in realtà molto più profonde. La necessità di Putin di stanziarsi in Ucraina o comunque di controllarla tramite un governo fantoccio è fondamentale per il suo piano geopolitico, atto ad allargare i territori russi e creare una folta rete di stati cuscinetto utili militarmente. Parallelamente l’Occidente, sarebbe fortemente minacciato territorialmente. Non solo: dal crollo dell’URSS gli Stati Uniti hanno letteralmente accerchiato la Russia, inglobando nella NATO paesi come Polonia, Romania e Bulgaria, ex stati del blocco sovietico, sostenuti economicamente e militarmente dagli USA proprio per contenere l’acerrimo nemico; accogliere anche l’Ucraina nel patto atlantico significherebbe far cadere l’ultima zona cuscinetto tra l’avanzata americana e la Russia di Putin.

Ma a cosa servono le sanzioni?

Mentre il popolo ucraino è impegnato nella difesa di Kiev e la guerra continua a mietere vittime, la coalizione occidentale continua a imporre sanzioni economiche che mirano a destabilizzare importanti settori della finanza e dell’economia russa, da anni in difficoltà, e che non può permettersi di sostenere a lungo uno scontro di questo genere. Le sanzioni hanno la capacità di isolare economicamente la Russia e indebolirla sui mercati, rendendola incapace di trarre profitto dall’export delle sue risorse e anche di introdurre quelle materie prime che non può autoprodurre. Purtroppo, però, sebbene ne vengano applicate sempre di più e sempre più gravose, le sanzioni avranno un vero e proprio effetto solo a sul lungo periodo grazie alle grandi riserve economiche che la Russia ha accumulato negli ultimi anni e grazie anche al supporto della Cina. Inoltre l’annosa questione del gas, che coinvolge alcuni stati europei come Italia e Germania, non permette, almeno per ora, di rendere completamente indipendenti varie nazioni e quindi è un limite per il raggio d’azione delle sanzioni. Tuttavia esse restano l’unica arma in mano all’Occidente, che vuole scongiurare una vera e propria guerra.

Cosa succederà ora?

Se l’Occidente sta cercando in tutti i modi di evitare una guerra mondiale, la Russia sa di dover risolvere il conflitto nel modo più rapido possibile.

L’Ucraina nel mentre continuerà a combattere per cercare di difendere il proprio territorio e la propria sovranità. Questa grande resistenza, probabilmente inaspettata per Putin, ha messo in seria difficoltà la Russia, che con i negoziati sta cercando di trovare un accordo per velocizzare le operazioni; per farlo ha anche minacciato di utilizzare il nucleare, nella speranza di rendere la delegazione ucraina più accondiscendente. Al momento però siamo molto lontani da un ipotetico utilizzo di armamenti atomici; tuttavia non possiamo escludere alcuna ipotesi, considerato che la stessa guerra fino alla settimana scorsa era considerata totalmente improbabile. L’utilizzo di una bomba nucleare scatenerebbe una catena di eventi incontrollabili, che accenderebbero conflitti globali che nessuno vuole.

È alquanto complicato capire la possibile evoluzione dello scontro e le sue conseguenze. Per ora ciò che è certo è che milioni di cittadini in fuga cercano e cercheranno rifugio in altri stati europei e che il conflitto è destinato a durare a lungo, anche se l’invasione dovesse completarsi.

In questa situazione di grande tensione il pensiero non può che andare alla popolazione ucraina, vittima di logiche geopolitiche internazionali e di un dittatore che calpesta i principi di autodeterminazione e di sovranità popolare. Questa situazione, così importante mediaticamente perché da essa dipenderà il futuro del continente europeo, vive da sempre. Diviene dunque un dovere morale in questo momento cercare di aiutare il popolo ucraino, accogliendone i profughi, informandosi e supportando la pace incondizionatamente.


Alcune iniziativa nella nostra città per aiutare il popolo ucraino in questo difficile momento:


Per approfondire:

Le origini della cultura Russa in Ucraina, Alessandro Barbero: La Guerra tra Russia e Ucraina – Alessandro Barbero

La rivoluzione ucraina del 2014: Breve storia dell’Ucraina – Il Post

Si scrive Kiev o Kiyv?: Kiev o Kiyv – Il Post

Il gas russo fondamentale per l’Europa: Quali paesi dipendono dalla Russia? – QuiFinanza

Di Pietro Casari

Appassionato di politica e musica, mi piace impegnarmi per cercare di rendere il mondo più giusto e libero. Ho esperienza di attivismo, sia in campo ecologista che studentesco e credo fermamente nella pace, nell’uguaglianza, nell’equità e nella democrazia. Ad ottobre 2022 sono stato eletto rappresentante degli studenti nella nostra scuola.

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