I nuovi 5 morti sul lavoro sono solo un piccolo numero rispetto al totale degli incidenti mortali che avvengono tutti i giorni in Italia.

di Janiss Zanoni

L’esplosione della centrale idroelettrica di Suviana, in provincia di Bologna, datata 9 aprile 2024, ha provocato 3 morti, 5 feriti gravi e 4 dispersi. Si tratta dell’incidente più grave degli ultimi anni, tanto che anche i giornali la definiscono una strage. 

Le cause sono ancora sconosciute. Al momento le pattuglie di soccorritori che stanno controllando la zona sono impegnate nella ricerca dei dispersi.

Secondo i dati INAIL, solo quest’anno i morti sul lavoro in Italia sono stati sino ad ora 119, mentre nel 2023 sono stati più di 1000, una media di tre morti al giorno. Le denunce d’infortunio invece l’anno scorso sono state circa 580 mila ed è importante ricordare che non tutti gli incidenti vengono denunciati. Ormai da quasi 15 anni i numeri rimangono gli stessi e questo significa che non sono stati presi i necessari provvedimenti per risolvere la situazione. 

“L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro” enuncia il primo articolo della costituzione. Si sente sempre dire che per vivere bene bisogna lavorare duramente e che il lavoro è un diritto, ma quando la propria vita viene messa in pericolo la situazione non è sostenibile.

La causa delle morti è la mancanza di sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro, nei quali spesso non vengono effettuati i dovuti controlli e accertamenti. Certi mestieri espongono a maggiori rischi di altri, ma è compito delle aziende tutelare tutti i lavoratori, affinché operino in condizioni sicure in termini di protezioni e ambiente.

Nel sistema capitalistico in cui viviamo, il tempo è denaro e il denaro è la priorità dei proprietari delle imprese, che per guadagnare a volte perdono di vista la sicurezza dei lavoratori.

Il lavoro è un diritto, ma è il diritto alla vita che deve prevalere. Se gli operai vivono in condizioni precarie, sottoposti a eccessivi sforzi, a ritmi troppo rapidi e a turni troppo lunghi, la vita dignitosa alla quale aspira l’uomo occidentale del XXI secolo viene meno. E con essa il senso stesso di una società libera e democratica. 

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