Negli ultimi anni trovare un posto a sedere o anche semplicemente riuscire a prendere l’autobus è diventata un’impresa.
di Andrea Sabbadini

Lo possiamo paragonare a un vero e proprio campo di battaglia? Forse sì: trovare un posto a sedere piuttosto che riuscire a salire sul pullman per arrivare a scuola è diventato sempre più complesso.
“Io prendo la linea 46 tutti i giorni per venire a scuola e di disservizi ne ho sperimentati parecchi, come il costante ritardo. Un pomeriggio, all’uscita da scuola, l’autobus che sarebbe dovuta passare per le 16:30 non è mai arrivato; ho dovuto aspettare quello successivo delle 17:30. Sono arrivato casa alle 18:30”, mi dice un compagno di classe.
“Io prendo la linea 8 per venire a scuola e anch’io noto insostenibili ritardi e soprattutto la mancanza di bus adeguati al numero di persone che devono prenderlo: siamo stipati come vitelli, la situazione sta diventando sempre più invivibile” dice un altro compagno di classe.
Anch’io mi ritrovo vittima di questi disagi tutti i giorni.
Circa un mese fa, a Ostiglia, una ragazza di 15 anni, a causa della ressa di persone che cercava di salire sull’unico pullman a disposizione, è stata spinta ed è finita con entrambe le gambe sotto le ruote di un bus; è stata “fortunata”, perché ha riportato solo fratture ai piedi. Poteva andare peggio.
Nemmeno le condizioni dei mezzi sono il massimo: pulsanti mancanti, sedili rotti, a volte anche i finestrini sono crepati oppure non si aprono e il caldo è asfissiante.
Eppure gli abbonamenti non calano, anzi i prezzi continuano a lievitare.
E vogliamo parlare anche del fatto che in questi giorni si sta parlando di togliere altre corse extra urbane?
Per questo i rappresentanti del nostro istituto, insieme a quelli di diversi istituti della città, hanno deciso che è arrivato il momento di far sentire forte la voce degli studenti, organizzando una manifestazione il prossimo 19 aprile. Grazie alla “lettera dei 500”, pubblicata lo scorso 9 agosto dalla Gazzetta di Mantova col titolo “Lettera di 500 studenti mantovani: non toglieteci i bus per andare a scuola”, si era aperto un dialogo tra studenti e rappresentanti di APAM, TPL (Trasporto pubblico locale – Ministero dei trasporti) e Amministrazioni locali, che però non ha portato ai risultati sperati.
Non ci resta dunque che scendere in piazza, perché, come dicono i nostri rappresentanti d’istituto, “la mobilità pubblica efficiente ed economica è un’esigenza sempre più concreta: è una questione di giustizia sociale e transizione ecologica. Il trasporto pubblico è la mobilità sostenibile”.

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