Una delle serie più amate e più criticate della produzione Netflix
di Andrea Ferrari


Il 3 dicembre 2021 è uscita sulla piattaforma di streaming Netflix la quinta e ultima stagione della famosa serie spagnola “La casa di carta”, che termina così l’avventura dei ladri con un finale non proprio verosimile ma che ha soddisfatto i fan della serie. Si tratta di una vicenda che ti regala tante emozioni e che ti tiene attaccato allo schermo fin da subito, grazie alla sua trama accattivante e alla fantastica sceneggiatura, soprattutto nelle prime stagioni. Di solito nelle serie che hanno grande successo come questa c’è il rischio di
deludere i fan con un finale non gradito, ma “La casa di carta” ha preso la via giusta, il lieto fine che tutti volevano: dopo due stagioni di sparatorie, di lutti e di flashback chiarificatori
di personaggi, piani e legami, la banda di ladri riesce finalmente a raggiungere il suo principale obiettivo: rubare l’oro.

Ma questa serie è da considerarsi un capolavoro, come alcuni hanno sostenuto?

La critica principale è mossa soprattutto alla trama, che nel suo dipanarsi diventa sempre più esagerata; in particolare nell’ultima stagione vi è un susseguirsi di eventi che scorrono veloci come un torrente e lo spettatore si trova disorientato. Probabilmente i produttori avevano pianificato anche una sesta stagione, che poi hanno deciso di cancellare; perciò il ritmo subisce un’accelerazione senza precedenti e molti punti, che meritavano un approfondimento, come il piano pollicino, l’introduzione del figlio di Berlino nella storia e l’amore tra Denver e Stoccolma, sono abbozzati in modo superficiale. Sin dai primi episodi della stagione cinque, questa eccessiva carne al fuoco fa assumere alla vicenda una dimensione al limite del surreale.

Nonostante ciò, la serie rimane una delle migliori prodotte da Netflix, come conferma l’elevato numero di spettatori, soprattutto per com’è confezionata. La trama è colma di suspence e di colpi di scena, che tengono lo spettatore attaccato allo schermo con il cuore in gola fino alla fine.

Non mancano anche insegnamenti morali e un’analisi critica a una società discriminante e votata al vil denaro. Le persone che il professore ha scelto non hanno niente da perdere: nonostante tutte le differenze tra di loro, i membri della banda sono tutte persone dimenticate dalla società o dai propri famigliari e questa comunanza crea tra loro un legame molto forte, come se fossero una grande famiglia. Anche il professore, che sembra apparentemente quello più distaccato e che rischia di meno, si dimostra molto unito ai suoi compagni, soprattutto nell’ultimo episodio, nel quale decide di consegnarsi alla polizia insieme ai suoi compagni già in ostaggio. Onestà, affetto, empatia e solidarietà diventano perciò le parole chiave di questo gruppo singolare, che incarna virtù e difetti del genere umano.

Un altro tema interessante è quello legato alla finanza. Il professore fa capire ai membri della banda come il sistema sia corrotto e fasullo attraverso la metafora dell’iniezione di liquidità: la BCE (Banca Centrale Europea) crea soldi dal nulla e li dà alle banche per sostenerle; queste a loro volta sostengono più agevolmente prestiti e mutui ai privati e alle aziende; in ogni caso, resta comunque un prestito e quei soldi vengono restituiti con gli interessi; quindi è sempre la banca a guadagnare alla fine. Stampare soldi dal nulla e poterli distribuire alla gente “senza un secondo fine”, senza togliere niente a nessuno e senza spargimenti di sangue, non sembra più quindi un reato.

Interessante anche notare come nella serie dei “ladri” finiscono per essere dei “rivoluzionari”. Nella serie è presente un forte paragone con i partigiani, coloro che combatterono contro il nazifascismo: dal rosso delle loro felpe, colore della rivoluzione, al cantare “Bella Ciao”, inno dei partigiani. Con le loro storie individuali di sofferenza ed emarginazione, con la loro rivolta contro il sistema dell’alta finanza, collusa con la politica, con la loro etica di rispetto del nemico, i protagonisti della serie diventano simboli di una rivolta contro l’ingiustizia sociale, la corruzione, i poteri forti e l’emarginazione dei più fragili.

Comunque la storia non è ancora finita: Netflix cercherà di spremere fino all’ultima goccia il fenomeno della serie spagnola… e infatti nel 2023 uscirà uno spin-off su Berlino; a quanto pare i flashback su questo personaggio nel corso delle ultime tre stagioni non sono bastati.

In ogni caso, un po’ di nostalgia per il professore e la sua banda la proveremo tutti…