Una raccolta di articoli sulla Mafia siciliana e altro, scritta da Attilio Bolzoni, il  giornalista “controvento”.

Di Zanoni Janiss

Sono stati protagonisti dell’incontro tenutosi l’1 febbraio a Mantova, oltre all’autore, Attilio Bolzoni, Luigi Gaietti, Presidente del Coordinamento provinciale sulla legalità e la giornalista, Natalina Andreani. Insieme hanno conversato sui temi affrontati nel libro. Esso racconta fatti di cronaca, ma spiegati in maniera ampia. Al suo interno sono contenuti ottantaquattro dei suoi tantissimi pezzi giornalistici, finiti su Repubblica, che l’autore ha selezionato accuratamente, soprattutto da un punto di vista geografico.

Il focus sono state soprattutto le esperienze e i processi dell’antimafia, che l’autore ha vissuto come osservatore e di cui ha parlato in maniera dettagliata, concentrandosi sugli episodi di cronaca recenti, come la cattura di Matteo Messina Denaro, a cui è stato dedicato un intero capitolo, ma anche quelli storici come la strage di Capaci.

Mentre nei libri precedenti si sofferma sul problema mafioso limitandosi soprattutto alla zona Palermitana, nell’ultimo libro amplia gli orizzonti, adottando una visione internazionale. Grazie alle sue esperienze giornalistiche in Paesi come Iraq, Afghanistan e Messico, ha capito che Palermo sia la realtà dalla quale sia maggiormente intimorito.

L’incontro ha dedicato un approfondimento interessante all’evoluzione della mafia nel corso della storia, che è iniziata con quelli che furono definiti “ceti medi rivoltosi al Sud” subito dopo l’Unità, e ha continuato ad esistere fino ad oggi, tanto da essere identificata con l’espressione “borghesia mafiosa” negli anni ’60 del secolo scorso. Dire che è rimasta la stessa – continua l’autore – però sarebbe un’inesattezza, nel tempo ci sono stati diversi cambiamenti, che hanno dimostrato un apice di violenza alla fine dello stesso secolo. Il periodo dei fucili, del terrore e della paura rimane lontano, mentre la mafia ha cambiato volto, divenendo un’organizzazione che opera lontana dalla luce dei riflettori. Ed è proprio l’invisibilità e la silenziosità, che rende demotivate le forze dell’ordine e, più in generale, l’antimafia.

“In Italia i capimafia cadono quando non servono più” afferma Bolzoni, in riferimento alla morte avvenuta in maniera quasi immediata, dopo la cattura, di Messina Denaro, e non solo, ma anche in riferimento alle altre latitanze lunghissime del passato, come quella di Provenzano o Riina. Anche per questo la spinta alla lotta contro la Mafia oggi risulta morente.

“Controvento”, racconti di frontiera, racchiude tutto questo e anche di più. È una lettura approfondita dei risultati della lotta contro la mafia e delle difficoltà che si incontrano nel praticarla. È un libro che ci ricorda prepotentemente anche quanto sia necessaria e soprattutto attuale, nonostante sia invisibile ai nostri occhi.

Foto di Gabriele Calzolari

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