“Pace interiore… pace interiore… bambù per favore, bambù al vapore, bambù in pace… con soia e sesamo, mi piace!”

Di Giovanni Angelillis

DURATA: 94 min

REGIA: Mike Mitchell

PRODUTTORE: Rebecca Huntley

CASA DI PRODUZIONE: DreamWorks Animation

DATA DI USCITA: 21 marzo 2024

I film della saga di Kung Fu Panda hanno avuto un andamento molto simile a quelli di Shrek: primo capitolo meraviglioso, il secondo anche meglio, il terzo buono ma non all’altezza dei precedenti. E il quarto? Ecco, se l’orco di casa Dreamworks non chiuse esattamente al meglio le proprie avventure, il simpatico panda, interpretato da Jack Black, intraprende un cammino interessante, nel quale non riesce ad esprimere tutte le sue potenzialità. Ma cosa accade in questo quarto film?

Nella Valle della Pace, ormai, regna la tranquillità e il mitico guerriero ghiotto di ravioli è ormai un eroe amatissimo, come sempre un po’ goffo e distratto, ma soprattutto appagato dalla sua enorme popolarità. Purtroppo, però, proprio quando pensa di aver raggiunto la “pace interiore”, ecco che arriva la prova più difficile di tutte: passare al livello successivo e scegliere il nuovo Guerriero Dragone. Difatti, il protagonista dovrà diventare la nuova guida spirituale della valle e rinunciare a quel titolo che si era riuscito a guadagnare con tanta fatica e sacrifici. Tutto questo, ovviamente, spaventa e destabilizza Po, ma non c’è tempo per pensare, perché una nuova minaccia si presenta all’orizzonte: la Camaleonte, una potente maga mutaforma intenzionata ad impadronirsi di ogni singola tecnica esistente del Kung Fu per diventare imbattibile. Po, quindi, decide di affrontare quest’ultimo viaggio per salutare il suo ruolo di Guerriero Dragone. Ed è su questo viaggio che è incentrato il film, durante il quale le ormai note scene buffe si alternano a scontri occasionali.

Il film, inizialmente, presenta grosso modo le tematiche dei film precedenti, tematiche che gli permettono di raggiungere nello stesso tempo spettatori grandi e piccoli. Il punto di forza di Kung Fu Panda sta soprattutto nell’abilità di parlare di insicurezze e fragilità con una grande tranquillità. E difatti, questo quarto film si apre con una riflessione attualissima: chi non ha paura di abbandonare la propria zona di comfort per intraprendere un nuovo percorso? Di abbandonare le vecchie certezze senza sapere cosa gli riserverà il futuro? Ecco, questo film racconta della necessità di ognuno di noi di imparare qualcosa di nuovo. Purtroppo, però, a partire dal secondo tempo, non prosegue sulla strada della riflessione, ma preferisce concentrarsi sull’umorismo e sull’azione.

In confronto agli altri questo è più un film spassoso che d’azione. Inoltre, molto probabilmente, “cala il sipario” sulle battaglie di Po, lasciando aperte diverse strade per nuove avventure future. A mio parere questa conclusione è naturale, dato che il vero percorso di sviluppo è avvenuto soprattutto nei primi due capitoli. Lascia comunque una punta di amarezza, perché mette fine alla “carriera” di un personaggio che tanta influenza ha avuto sulla nostra infanzia.

Nonostante ciò, il film ha realizzato l’opening più alta per un film della DreamWorks Animation dai tempi di Madagascar 3, con un incasso totale di 451.914.717 €. Nonostante gli incassi da più parti si è levata una critica che riguarda i cinque cicloni, dato che all’interno del film si sono visti solo durante gli ultimi 2 minuti finali.

In sintesi, questo film non si discosta troppo dagli altri, ma lascia una nota di amarezza, insieme alla consapevolezza che un’era legata alla nostra infanzia è finita, aprendo però la strada a chissà quali storie per le prossime generazioni.

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