Di Martina Bonali

Amo essere una donna.

Amo uscire con le mie amiche, amo guardarmi allo specchio e sentirmi bella, vedere di fronte a me una persona forte e coraggiosa. Amo provare i tacchi di mamma anche se lei non vuole, oppure mettermi il suo rossetto di nascosto. Amo sentire gli applausi di tutte le mie compagne quando faccio goal durante una partita, amo sorridere nelle foto, amo innamorarmi ancora e ancora. Eppure non so cosa voglia dire “amore”. Ho solo otto anni, in fondo. Ma so che amo essere donna.

È diventato solo un po’ difficile quando mio papà da un giorno all’altro ha deciso di iscrivermi a danza, perché secondo lui è più “opportuna” rispetto al calcio. Ho sentito che litigava con mamma per questo. Diceva che devo imparare ad essere fine e aggraziata, oppure nessuno mi vorrà.

Non voglio che nessuno mi voglia. Ora ho paura.

È diventato più difficile quando ho iniziato a sentire alle mie spalle i fischi di alcuni uomini, o suonare il clacson di macchine che passano. Mi spavento ogni volta. Che cosa vogliono da me?

È diventato ancora più complicato da quando a scuola un mio compagno mi ha toccato il culo davanti a tutti. È stato umiliante. Ogni volta che entro in classe ho paura che possa succedere di nuovo.

Ho iniziato ad avere dei dubbi quando il mio fidanzato mi ha detto che sono troppo grassa. Io gli ho detto che non erano fatti suoi, ma lui mi ha presa per il collo e mi ha detto che devo dimagrire se non voglio che mi lasci. E io non voglio che mi lasci. Non voglio nemmeno che mi prenda per il collo, però. Sono sicura che stesse scherzando.

Perderò peso.

I dubbi sono aumentati da quando al liceo, alcuni professori, hanno iniziato considerarmi come una studentessa di seconda classe, perché sono femmina. È come se le mie idee valessero di meno. Perché? Perché succede questo?

È sempre più difficile ora che ho perso una promozione che avrebbe potuto cambiarmi la vita, solo perché un uomo, secondo il direttore, era più adatto. Perché, si sa, le donne sono troppo emotive, e prima o poi rimangono incinte. Io nemmeno lo voglio un figlio. Eppure continuo a sentirmi dire che quello è il mio principale scopo nella vita, e che sarò per sempre incompleta se non ne avrò uno.

È diventato quasi impossibile quando, una sera, mentre tornavo a casa, un uomo mi ha presa. Ora sento le sue mani dappertutto. Sempre. È costantemente nella mia testa. Sul mio corpo. Mi faccio schifo. Non esco più. Sono sempre in casa, e con me per fortuna c’è mio marito. Lui non capisce, però. Io non voglio fare sesso, ma lui insiste, ed insiste. Dice che è un suo diritto, perché è mio marito ed è grazie a lui se ho un tetto sotto cui vivere. Se solo avessi avuto quella promozione, anni fa.

Non so per quanto ancora amerò essere una donna, perché ora devo coprire i lividi attorno agli occhi, sulle mie braccia. Tutto questo per essermi rifiutata di essere andata a letto con lui. Ora non ho altra scelta che assecondarlo. Voglio andarmene. Forse dovrei provare…

È stata una pessima idea. Mi ha trovata. Mi ha riportata a casa, e poi ha iniziato ad urlare. Lanciava oggetti da tutte le parti. Non ho mai avuto così tanta paura.

Poi si è avvicinato a me, pensavo si fosse calmato, e invece mi ha presa per il collo, come faceva quando eravamo giovani. Ora ne sono certa, però. Non stava scherzando.

Amo essere una donna, eppure sono morta per questo.

1 commento su “AMO ESSERE UNA DONNA”
  1. l’articolo ci ha permesso di riflettere in modo molto costruttivo e inteso in classe sulla situazione attuale di molto donne e immedesimarci nella vita di questa ragazza che potrebbe essere sperimentata anche da noi.

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