Il Podcast più ascoltato in tutta la provincia di Mantova è LO ZOO DEL FERMI. Ce lo raccontano i suoi ideatori: PAROMIX & LYAM

di Hajar Qacem e Ilenia Labriola

Il podcast, sempre più popolare tra i giovani, rappresenta una nuova forma di espressione e di comunicazione. I ragazzi lo utilizzano come mezzo per esprimere le loro opinioni, i loro interessi e le loro passioni. E proprio nella nostra scuola è nato un podcast che ormai è super seguito, con picchi di 4000 ascoltatori al mese.

Stiamo parlando dello “Zoo del Fermi”, naturalmente.

copertina dello “Zoo del Fermi”

Noi abbiamo avuto il piacere di parlare con i ragazzi che lo hanno ideato e lo conducono: Lyam Sibilia e Lorenzo Parolini (per i fans Paromix).

Attraverso le domande che abbiamo posto loro, scoprirete com’è nato il loro progetto, come gestiscono la produzione del podcast, quali temi trattano, come scelgono i loro ospiti e molto altro ancora. Le nostre domande hanno dato vita a un’intera puntata speciale dello Zoo del Fermi, tutta pensata per il MyFermi. Loro si sono divertiti, ci hanno fatto divertire, vi faranno divertire.

Come avete iniziato a fare podcast? Qual è stata l’ispirazione dietro il vostro primo episodio?

Lyam: Al tempo del covid, cioè nel 2020, la Radio Fermi doveva proseguire ma da casa; noi volevamo comunque portarla avanti e così, per farla, abbiamo pensato di andare nel mondo del podcast.

Lyam: Non ricordiamo bene ciò che ci ha ispirato nel primo episodio, però ce lo ricordiamo tutti, perché era molto divertente ed è stato l’unico episodio in cui eravamo in 5 dello staff; poi siamo stati sempre in 4. Avevamo 2 ospiti e come programma avevamo “Audacity”. Lorenzo: Avevano i microfoni dei cinesi e urlando come dei “matti” l’audio si sentiva bene, e ci parlavamo uno sopra l’altro, persino sopra le canzoni. Da “Audacity” siamo arrivati a FL Studio con vari effetti, abbiamo imparato a sistemare volumi, a usare i 2 microfoni del Paro, un mix di 20mila canali e una scheda audio che va dentro il monitor. Rispetto all’inizio abbiamo fatto dei buoni progressi.

Voi due vi conoscevate già prima o è partito tutto grazie alla Radio?

Ci conoscevamo già da prima, siamo 3400 abitanti a Cavriana, qua si conoscono tutti dai 3 anni in poi; abbiamo condiviso elementari, medie, grest… e piazza!

Quali sono i temi che trattate nel vostro podcast e come fate a decidere le canzoni ?

Lyam: I temi che trattiamo sono principalmente “stupidate”, parliamo un po’ di ciò che accade e spesso parliamo di cose relative alle canzoni. L’anno scorso eravamo più bravi, perché seguivamo dei temi e delle strutture; quest’anno, poiché eravamo entrambi impegnati, abbiamo improvvisato di più. Ma ci siamo divertiti un sacco.

Lorenzo: Nella prima e nella seconda stagione abbiamo parlato maggiormente di scuola e quest’anno con la terza stagione, visto che siamo sulle piattaforme di podcast come Spotify dove sono cresciuti un botto i nostri ascoltatori, ci siamo spostati su fatti, feste nostre, ecc.e i temi si legano spesso a eventi come l’estate, le vacanze…

Non abbiamo mai seguito una scaletta, tutto è improvvisato; abbiamo uno schema guida che è uguale per tutti le puntate.

Quali sono le sfide che avete incontrato nel creare e produrre il vostro podcast? Come avete superato queste sfide?

Lyam: Per progredire abbiamo dovuto cercare un programma con cui ottenere una qualità migliore e gestire meglio le tracce audio. Il Paro ha curato in tutti questi anni la parte di regia ed è riuscito a trovare tutti gli effetti giusti come il compressore. Le nostre sfide sono quelle di evitare di buttare giù il podcast da Spotify.

Paro: Spotify non accetta un podcast che contenga canzoni famose per evitare il problema del copyright. La piattaforma controlla i primi 30 secondi e cerca le canzoni “famose” e lo butta giù subito appena clicchi invia (per chi vuole sapere come evitare il copyright,  nella registrazione nel 00:14:44, Paro ve lo spiega).

Come scegliete gli ospiti del podcast?

Lyam: La parte degli ospiti era quella più complicata da costruire, poiché avevamo persone importanti, quindi bisognava pensare alle domande e a delle puntate costruite in modo più complicato. Per scegliere l’ospite seguiamo dei filtri: partiamo da quelli che conosciamo e poi contattiamo quelli che rispondono. Abbiamo fatto l’intervista al dj Rodijy, che si era reso disponibile.

Quali sono i vostri obiettivi per il podcast? Avete mai pensato di monetizzarlo o di farlo diventare un lavoro a tempo pieno?

Lyam: Il Paro lo sta facendo diventare un lavoro a tempo pieno; ormai è diventato un Dj di Radio Studio Più; sta facendo la sua carriera e spera di aprire un suo canale.

Quali sono le strategie utilizzate per promuovere il vostro podcast e raggiungere un pubblico più ampio?

La tecnica è il cazzeggio più assoluto su Instagram!!! [Lyam ride…ndr]. No, beh, negli anni abbiamo avuto vari supporter che taggavamo nelle storie di Instagram… è stato molto utile.

Siete soddisfatti del vostro percorso e della vostra crescita?

Abbiamo detto che prima sicuramente per evolvere è stato fondamentale migliorare la qualità delle nostre dirette. Così, facendo un conto rapido, avevamo circa 7000 ascoltatori nella prima stagione, 14.000 nella seconda stagione e adesso siamo sui 22.000 e siamo a 43.000 play in tre anni di podcast .Bisogna sempre partire dal presupposto che c’è sempre un modo per migliorarsi. Abbiamo cercato di capire cosa piaceva di più alla gente.

Quali sono i vostri podcast preferiti e perché li apprezzate?

Lyam: Mi piace Basement di Gianluca Gazzoli, che ultimamente mi sto guardando, perché mi piace come intervista i personaggi che c’entrano con la musica, quindi è interessante. Mi  piace anche lo zoo di 105, che però non è un podcast. Il nome dello zoo del Fermi è stato  suggerito da una nostra coetanea, che descrisse la radio proprio come un zoo: caotico e rumoroso.

Grazie, Ragazzi! E dalla Redazione del Fermi… BUON LAVORO!!!

Paromix e Lyam

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