Com’è nata questa intervista? Ma soprattutto… perché ci hai fatto attendere così tanto?

di Matteo Tezza

“Allora, che posso dire, ormai sono passati parecchi mesi dalla nascita di quest’idea, ma la ricordo ancora chiaramente. Io e altre persone eravamo di ritorno dall’uscita “A teatro insieme” avvenuta a Bologna. Una delle nostre abitudini, nel viaggio di ritorno, era quella di dar vita a confronti filosofici. Il tema quella sera fu la mia barba, associata alle mie origini albanesi. Così a Davide Bagnoli venne l‘idea di un Tezza che avrebbe dovuto intervistare Tezza: un confronto tra il Tezza italiano e quello albanese. All’inizio l’ho considerata semplicemente una proposta goliardica. Poi ho cominciato a pensarci e a capire che per farlo serviva conoscere se stessi veramente. E quindi, dopo attenta riflessione, eccomi qua, a fare questo regalo a tutti i miei amici che quest’anno hanno la maturità”.

Presentati.

Sono Matteo Tezza, Classe IV,  nato il giorno in cui il caro Cristoforo Colombo sbarcò in America.  Da quest’anno sono diventato un personaggio di Gardaland, dato che mi hanno soprannominato Prezzemolo, perché mi infilo dappertutto. Appena posso scatterò una foto assieme al personaggio o indosserò direttamente il cosplay”.

Perché sei nel blog?

“La mia risposta è semplice: sono curioso. La vita va vissuta e se vedo qualcosa di nuovo mi ci fiondo sempre. Il blog mi ha attirato sin da subito, però ho capito solo quest’anno perché. Nella mia infanzia non ho mai avuto tante occasioni per esplorare il mondo e le “attività” che ha da offrire. Tante realtà, prima di conoscerle, le ho sperimentate: non ero mai stato in un grest, ma sono finito a fare l’animatore, non ero mai andato a teatro ma sono finito a fare spettacoli, non avevo mai letto un giornale e sono finito a scrivere articoli. Allora ho capito: a me piace sperimentare e contemporaneamente fare qualcosa per gli altri. Da piccolo volevo fare l’inventore… Io voglio creare, trasmettere emozioni, suscitare pensieri, insomma dare qualcosa alle persone. Per questo sto pensando al product design, anche se potrei finire  a fare il fumettista, il produttore, il regista, il cuoco e mille altre professioni in cui faccio nascere qualcosa… Non qualcuno però: l’ostetrico, quello meglio di no”.

Allora, se sei creativo, spiegami cosa cerchi nella  musica e nelle altre forme d’arte.

“Cerco emozioni forti. Ascolto musica che definirei travolgente, ossia generi come la mia amata melodic dubstet, la dubstep, la trance, l’hardstyle e l’hardcore ma anche il Rap… tutte musiche che fanno viaggiare la mente, alcuni con la potenza delicata di un’orchestra che dà vita ad una musica epica.

Nell’arte cerco lo stesso e lo trovo nella pienezza dell’architettura gotica, nel grottesco del barocco, nella confusione dinamica del futurismo, nella grandezza e infinita maestosità del romanticismo, nella bellezza superficiale ma estrema dell’estetismo. Senza parlare del fumetto e del mondo dell’animazione… ma questo meriterebbe un capitolo a sé e non è questo il momento”.

Va bene. Chiudiamo con una domanda esistenziale, in tema con l’inizio: secondo te nella nostra vita abbiamo abbastanza tempo per fare ciò che vogliamo ?

“Sono dell’idea che la nostra vita sia lunga, ma il tempo passa; anche se abbiamo tanto tempo per fare ciò che vogliamo, non dobbiamo sprecare nessuna occasione. Bisogna godersi tutto al massimo, perché la vita è come un bel film: finisce sempre prima di quanto tu voglia e quando finisce rimane quel piccolo vuoto. Certo il bello sta anche in questo: se non finisse mai non avrebbe nulla di unico, da ricordare. Dobbiamo imparare a convivere con la nostalgia ma senza rimanere ancorati al passato. Bisogna sempre provare nuove esperienze, di cui essere nostalgici  in futuro, andare a riempire quel vuoto. Con la pancia piena, anche se deboli di stomaco, si sta sempre meglio”.

Grazie, Matteo.

Grazie a te, Matteo.

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