MyFermi ha intervistato il salvatore di ogni studente la notte prima del compito di fisica.

Di Iulia Marasescu e Hajar Qacem

Vincenzo Schettini è il prof de “La Fisica Che Ci Piace”, che attraverso i suoi video, le sue live, i suoi libri ed i suoi spettacoli è riuscito a creare una vasta comunità non solo di studenti, ma anche di grandi e piccini che si sono appassionati alla fisica grazie ad i suoi contenuti. Tramite la collaborazione del prof Davide Giannotto, docente di fisica del nostro istituto che ringraziamo per questa opportunità, siamo riusciti a realizzare questa breve ma intensa intervista.

Salve, è un piacere per noi fare questa intervista. Ti ringraziamo per aver accettato la nostra richiesta e di averci dato la tua disponibilità.

Ciao a voi, il piacere è tutto mio.

Partiamo con la prima domanda: perché hai deciso di fare l’insegnante e non il fisico?

Perché io avevo mamma Giulia che era professoressa, quindi sono sempre stato affascinato dalla figura del professore. Ho vissuto con mamma in casa e immaginate che io ero talmente fissato con il mestiere dell’insegnamento che quando mamma tornava con il registro a casa – prima c’era il registro cartaceo – io glielo rubavo e facevo finta di interrogare, immaginavo degli alunni. Poi dal sogno sono passato ai fatti, cominciando a interrogare mio fratello e i miei cugini, io li tormentavo durante i weekend, spiegavo e interrogavo, loro mi odiavano, ma evidentemente vuol dire che il mestiere dell’insegnante io lo volevo fare, era nelle mie vene, nelle mie corde, c’era un po’ una fissa. Quando poi ho scelto fisica, ho scelto didattica perché sapevo che avrei fatto l’insegnante, ed eccomi qui.

Quindi l’hai vista un po’ come una vocazione?

Esatto, dev’essere assolutamente una vocazione, nel mio caso anche un istinto, un desiderio, una cosa innata, che era dentro di me fin da piccolo: c’è stata l’influenza di mamma? Io vedevo lei insegnare e mi affascinava il suo mondo, mamma insegnava arte, mi affascinava. Quindi quello mi ha anche inspirato, non c’era solo la vocazione ma anche l’ispirazione.

La prossima domanda riguarda il tuo canale YouTube: eravamo curiose di sapere qual è la parte che ti piace di più nel connetterti con una vasta comunità di studenti attraverso i tuoi video.

Mi piace particolarmente quando faccio le live, la parte che mi piace di più è la chat che appare accanto a me: queste decine a volte centinaia di persone connesse che mi salutano, rispondono alle mie domande, mi ringraziano che si emozionano con me, che imparano con me, perché io faccio lezione naturalmente durante le live. E questa è una parte che mi entusiasma. Io continuo a fare le live, nonostante tutto, nonostante il caos che mi sta travolgendo perché per me è impensabile privarmi della voce delle persone che mi seguono, quindi questo mi manda in brodo di giuggiole, tantissimo!

Grazie, un’altra domanda: a chi è convinto di non avere particolari passioni, cosa diresti?

Di avere pazienza. Di ricercarla quella passione. Perché in realtà, ragazzi, non sempre si ha davanti ai propri occhi davvero quello che si vuole fare, oppure le cose sulle quali si vuole lavorare una vita intera, quindi esserne appassionati. Bisogna avere molta pazienza, la passione si allena, ci si appassiona guardandosi intorno, provandoci, cambiando direzione, e poi piano piano, non preoccupandosi di portare una cosa che non convince altre persone, penso sempre a Billy Elliot. Lui ha iniziato a fare il ballerino perché voleva farlo, eppure era preso in giro dagli amici, il padre non voleva, diceva che era una cosa da femmine e non da uomini, però lui ha portato avanti questa cosa con determinazione. Quindi, se la passione non ce l’hai, ricerca. Guardati intorno. Abbi pazienza, prenditi cura di te stesso, quella passione verrà fuori.

E chi invece ne ha troppe di passioni? Cosa consigli?

Che è una gran figata!Che è bellissimo avere troppe passioni, è meraviglioso. Vuol dire essere leonardeschi nel proprio modo di pensare.

Bello ma sicuramente impegnativo. Prossima domanda: che rapporto hai con il fallimento? Secondo te il voto ha un significato?

Il voto ha esattamente il significato che ha: il fallimento normalmente nella vita degli adulti. Ti insegna a sbattere la testa a terra, e a capire che sei imperfetto e che a volte fai tanto, ti aspetti tanto, ma il risultato è zero o quasi zero. Il voto serve proprio a questo. Quindi, il voto è importante da questo punto di vista. Purtroppo a volte il voto mortifica, perché viene dato in maniera mortificante, magari è l’insegnante che non sa trasmetterlo. Ma credetemi, è la maniera giusta per crescere. Una volta che tu diventi grande, c’è una cosa che sostituisce il voto, ed è il giudizio degli altri, il feedback che daranno al lavoro che farai, e quindi si traduce, in ultima istanza, quando le cose non vanno bene, in un fallimento. Quindi evviva il voto, evviva il fallimento perché solo così ti fai le spalle larghe, solo così impari a vivere, solo così arrivi agli obiettivi che ti sei prefissato.

Come scegli gli argomenti da trattare nei tuoi video? Quali criteri segui nella loro presentazione?

Per gli argomenti mi affido ai miei follower. Ci sono le persone che mi seguono che mi chiedono dei pareri,  mi mandano dei video, dei link da leggere, quindi sono molto ispirato dalla gente che mi segue e, credetemi, quando parlo di gente che mi segue non sto parlando solo di studenti, parlo molto spesso anche di bambini, genitori, insegnanti, nonni, nonne: un caos bellissimo, meraviglioso. E, invece, chiedevi il mio modo di scegliere l’argomento?

I criteri, si.

Bensì molto varia, mi affido alla mia creatività, perché io non faccio sempre le cose in maniera uguale. Avete notato, no? Mi piace cercare di approcciare l’argomento ogni volta in maniera diversa: un esperimento, una chiacchierata, una presentazione, o solamente parlarne, quindi usare solo il tono di voce. Seguo l’istinto di cambiare sempre, coinvolgere gli altri, creare una sorta di spettacolo, un racconto.  Variare tantissimo: io credo che questa sia una cosa molto bella, che sia parte del mestiere dell’insegnante.

Ed a proposito del tuo mestiere di insegnante, ci sono dei temi o dei concetti che trovi più difficile spiegare con un video, rispetto ad una lezione tradizionale in aula?

Si, ad esempio quando devo parlare di entropia, che è un argomento complicatissimo da affrontare attraverso un video, è molto più facile spiegarlo quando sei a contatto con le persone, e in quel caso cerco di compensare in maniera diversa: attraverso l’uso della lavagna, attraverso un esperimento, oppure uso un esempio. Approccio in maniera diversa. È quella la genialità dei content creator. Non importa che siano insegnanti o altro. Il content creator sa raccontare nella maniera giusta trovando la modalità adatta, ed impara, perché, ragazzi, non si finisce mai di imparare a raccontare, né per un content creator né per un insegnante.

Grazie di tutto Vincenzo. Tu vieni a Mantova il 22 marzo, giusto?

Sì. Mi raccomando vi aspetto, ragazzi, perché “La fisica che ci piace”  è tanta roba! Un bacio a tutti voi! In bocca al lupo per tutto!

Grazie da parte del MyFermi.

3 commenti a “INTERVISTA A VINCENZO SCHETTINI: LA FISICA CHE CI PIACE”

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