“Vedo solo colline e mi riempiono il cielo e la terra / con le linee sicure dei fianchi, lontane o vicine” – Cesare Pavese, Gente spaesata

Di Lorenzo Stefanini

Nel silenzio, fatto di parole, 
scorgere al di là delle case 
un prato tranquillo. 

Due fili d’erba 
intrecciati, indissolubili. 

Leggeri, il vento li sposta 
e loro si lasciano muovere, 
ancorati a terra. 

Oscillando, sinuosi, 
fianco a fianco, sfiorandosi. 

L’onda del manto: un tutt’uno, 
ma gli atomi non si toccano. 

Unite le loro fibre 
incontrollabili: 
come da bambini, quando 
tutto è naturale. 

Vicini, legati. Unico, 
scorre il filamento lieve 
e sente il solletico 
di una calma mano. 

Indivisibili ora, 
staccati dal suolo 
e trasportati nell’aria, 
cosa significano l’uno all’altro?

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