Le proteste agricole del 2024: una battaglia per la sostenibilità e la giustizia alimentare

di Serena Scalari

Le proteste agricole si stanno diffondendo in Europa: partite dalla Germania, ora coinvolgono diversi Paesi e città del continente, con marce di trattori che causano volutamente blocchi del traffico e problemi di circolazione, al fine di mettere in luce le preoccupazioni del settore agricolo. 

“Se non hanno pane, mangino brioche” fu la frase per secoli attribuita alla regina di Francia Maria Antonietta di fronte alla fame del popolo francese. Questa falsa citazione diventa tuttavia metafora potente nelle attuali proteste agricole. Le richieste degli agricoltori non sono solo economiche: sono un grido di richiesta di essere compresi. 

Le soluzioni superficiali e le risposte indifferenti delle autorità non possono più essere tollerate.

Ma quali sono le principali ragioni dietro queste proteste e le rivendicazioni che essi avanzano? 

Le lotte degli agricoltori vanno oltre la semina e la coltivazione. Le sfide economiche, i prezzi dei prodotti agricoli in continua fluttuazione e la pressione costante derivante dai cambiamenti climatici hanno spinto gli agricoltori ad alzare la voce in un coro di dissenso. Le proteste rappresentano un tentativo di far emergere le difficoltà reali e di chiedere un cambiamento sostanziale nelle politiche agricole.

In Italia sono diverse le organizzazioni che promuovono queste proteste, come quella del Coordinamento Nazionale Riscatto Agricolo che ha diffuso un manifesto con le richieste dei manifestanti. 

Tra queste in primis una revisione del Green Deal e delle politiche ambientali europee per garantire che siano giuste sia per l’ambiente che per i lavoratori. Ecco in breve i punti sottoposti all’attenzione dell’Unione europea:

  • divieto di importazione di prodotti agricoli da Paesi con metodi di produzione diversi da quelli del Continente;
  • maggiore flessibilità nelle decisioni riguardanti le aree di coltivazione;
  • agevolazioni fiscali per gli agricoltori;
  • norme che limitino l’introduzione di prodotti chimici sintetici sul mercato;
  • riduzione o rimozione dell’Iva su alcuni prodotti alimentari primari, rendendo più accessibili i prodotti di base e limitandone così i costi;
  • misure per gestire meglio gli impatti della fauna selvatica sull’agricoltura;
  • protezione dei produttori agricoli italiani da pratiche commerciali sleali.
A Bologna la protesta degli agricoltori, in città coi loro trattori per manifestare su diversi temi, dal no alla carne coltivata e alla farina di grilli alle tassazioni, 22 Gennaio 2024. ANSA/MAX CAVALLARI

Le proteste degli agricoltori riflettono una serie complessa di sfide che il settore agricolo affronta oggi. È essenziale un dialogo aperto tra agricoltori, governi e altre parti interessate per sviluppare soluzioni sostenibili e promuovere un futuro più prospero per il settore agricolo. Solo attraverso la collaborazione sarà possibile garantire la sostenibilità di questo settore fondamentale per la società.

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