Cambiano i criteri per accedere alla “18App”, dal 2024 il bonus sarà dato in base all’ISEE o in base al Merito. La redazione di MyFermi ha condotto un sondaggio per raccogliere le opinioni degli studenti
di Sveva Morini
Il Governo di Giorgia Meloni ha deciso di modificare “18App”, lo strumento introdotto da Matteo Renzi nel 2016 per garantire a tutti i maggiorenni 500 euro da spendere in libri, cinema, teatri, concerti, musei. Dal 2024 per avere il contributo sarà necessario o avere un ISEE inferiore a 35 mila euro o aver preso 100 all’esame della maturità.
Poiché questo emendamento riguarda direttamente i giovani, noi di MyFermi abbiamo condotto un’indagine su un campione di 133 studenti del nostro istituto per chiedere loro se ritengono opportuni i criteri stabiliti e se essi possano gravare su studenti ed insegnanti.
Il 63,9% degli studenti si è dichiarato contrario al legare il Bonus all’ISEE della famiglia, mentre il 36,1% si è dichiarato a favore.
Le ragioni di chi ha votato “no” sono principalmente le seguenti:
- tutti devono avere la stessa opportunità di accedere alla cultura
- il bonus cultura è un incentivo per i giovani ad approcciarsi alla cultura
- le famiglie più abbienti non sempre sono disposte a spendere determinate cifre per tale scopo
- spesso l’ISEE non rappresenta alla perfezione la situazione finanziaria della famiglia
- bisognerebbe svincolare il diciottenne dalla situazione famigliare
“In questo modo si toglie la possibilità a molti giovani di avvicinarsi a diversi prodotti culturali, per esempio se io non sono uno a cui di base interessa leggere, di mio non spenderei mai 20 euro per un libro, però col bonus vengo incentivato a provare anche cose di questo tipo, che era di fatto uno dei motivi originali per cui è stato creato un fondo per tutti, indipendentemente da quanti soldi hanno i miei genitori”
“Essendo un bonus il cui scopo è promuovere la cultura tra i giovani, non ha senso legare il bonus all’ISEE”
“Non è corretto perché ci possono essere situazioni in cui anche con l’ISEE alto le spese familiari sono alte. Almeno fino ad adesso la 18App era un modo per acquistare materiale per approfondire la propria cultura senza influenzare le finanze familiari”
“Il bonus è stato creato per dare dei soldi ai diciottenni e non per agevolare le famiglie che non possono permettersi di comprare libri o materiale scolastico (esistono già delle esenzioni e bonus con questo scopo) e inoltre il bonus va al diciottenne non alla famiglia quindi l’ISEE non dovrebbe essere preso in considerazione.”
“Se si consegnasse un bonus cultura, lo si utilizzerebbe per accrescere le proprie conoscenze, fondamentali per lo sviluppo di un proprio spirito critico ed esercizio della propria consapevolezza. Penso che sia giusto promuovere l’indipendenza di ciascun neo-adulto nel condurre questa azione, facendo sì che questo, per acquisire conoscenza, non debba affidarsi al denaro che si può procurare dalla famiglia, quindi non ritengo corretto il criterio di giudizio basato sull’ ISEE. Lo scopo di questo contributo dovrebbe essere quello di formare i nuovi cittadini italiani maggiorenni, e a questo fine è fondamentale anche promuoverne l’indipendenza, a prescindere dal reddito famigliare.”
Invece, le motivazioni dei “sì” sono state:
- è giusto fornire un contributo a chi ne ha più bisogno
- le famiglie con un ISEE superiore a 35 mila euro possono già permettersi di investire nella cultura
- I soldi che andrebbero risparmiati potrebbero essere investiti in altro
“Penso sia meglio lasciare che il bonus vada ad aiutare chi ne potrebbe avere più bisogno, invece che a famiglie benestanti che con 500 euro in più o in meno non farebbero differenza. So che vado contro l’ideale di uguaglianza, ma provo anche a mettermi nei panni di un bisognoso.”
“Penso sia giusto perché in questo modo le persone meno abbienti hanno la possibilità di partecipare alla vita culturale, talvolta molto costosa (come nel caso dei libri universitari). Legarlo all’ISEE sarebbe vantaggioso soprattutto perché i soldi risparmiati possono essere assegnati ad altri organi bisognosi (es. La sanità)”
“Non penso sia corretto che chi ha più disponibilità economiche riceva la stessa quantità di denaro di chi ne ha meno.”
Sul fatto di legare il conseguimento del bonus al voto di maturità, la netta maggioranza si è espressa contraria: 80,5% ha votato “no” mentre il 19,5% ha votato “sì”
Per chi si è dichiarato contrario, le motivazioni sono:
- Il voto di maturità non rappresenta l’impegno e la carriera scolastica dell’alunno
- Bisogna concedere a tutti pari opportunità: tutte le persone hanno il diritto di accedere alla cultura, a prescindere dai loro risultati scolastici
- Le valutazioni sono legate agli insegnati, dunque soggettive
- Spesso i voti scolastici non tengono conto del resto della vita dell’alunno
“Il voto della maturità non è altro che un indicatore sintetico che valuta le conoscenze dell’individuo. Proprio essendo un indicatore sintetico esso non è del tutto affidabile poiché non tiene conto dell’individuo in sé e per sé ma solo dei suoi voti, che non lo descrivono a pieno. Esiste una grande fascia della popolazione che ha passioni e interessi che non coincidono con la scuola superiore ma che comunque forniscono una cultura come ad esempio le intelligenze artificiali, che interessano la carriera di uno studente spesso solo nelle università nel periodo delle magistrali. Legare la 18App al voto di maturità significherebbe non dare a tutte quelle persone che sono interessate a delle conoscenze esterne alla scuola (comunque considerate utili) modo di approfondirle”
“Il sistema scolastico continua a mostrarci come sia tutto tranne che meritocratico, la scelta di dare un bonus a chi ha ottenuto il massimo voto all’esame credo sia classista e una presa in giro. Sappiamo bene che il voto di uscita può essere influenzato da mille fattori, a volte anche più incisivi delle capacità e impegno del ragazzo”
“La cultura non si deve guadagnare col merito”
“Non è corretto perché una persona continua a crescere e può migliorare sempre più. Poi il votò di maturità non è detto che rispecchi le vere abilità di una persona visto che quella può aver sbagliato la prova o averla fatta giusta per puro caso (e vogliamo mettere la simpatia che la commissione d’esame può avere per uno studente)”
Per coloro che hanno votato “sì” invece ritengono corretto legarlo al voto di maturità in quanto:
- Il voto di maturità è un indicatore meritocratico
- È giusto premiare chi si è impegnato per anni
“è corretto premiare chi ha mostrato un impegno costante”
“Per un sistema meritocratico, penso sia giusto indirizzarlo a coloro i quali mostrano un maggiore interesse verso l’acquisizione di conoscenze, e che quindi sfrutterebbero al meglio il bonus utilizzato.”
Abbiamo inoltre chiesto agli studenti quanto il criterio del voto incida a livello psicologico, emotivo sugli studenti con 1= per nulla e 5= molto e la maggior parte delle risposte denota quanto questo criterio abbia un forte impatto sugli alunni
In aggiunta a questo, abbiamo chiesto anche quanto il medesimo criterio pesi sulle valutazioni che gli insegnanti vanno a dare, in quanto da quelle uno studente può accedere o no al bonus. I risultati risultano poco omogenei
Infine, riporto alcuni commenti lasciati dagli studenti a riguardo di questo emendamento
“Se la norma passerà sarà un ulteriore taglio a fondi rivolti ai giovani per la cultura, un altro passo indietro per questo paese, e un conseguente accrescimento del senso di inutilità di noi giovani. Spero vivamente che questa norma venga modificata prima di entrare in vigore”
“È giusto tenere a mente che un voto non è altro che un indicatore sintetico, poiché riassume tramite processo concreto e discreto (un’interrogazione, una verifica scritta) le conoscenze (talvolta eterogenee) del singolo alunno. Questo indicatore sintetico, tuttavia, non tiene conto dell’intraprendenza dell’alunno né tantomeno della sua situazione privata. Il voto non è altro che un modo per cagionare certi professori dal dover conoscere i propri studenti. Legare la 18App a qualcosa come il voto di uscita delle superiori fa perdere il lato umano di questo bonus, escludendo tutte quelle persone che, per malattia, ansia, depressione o altro, non hanno preso voti alti alle superiori. È giusto anche ricordare che la 18App è un bonus CULTURA, e come tale può essere usato solo per contribuire all’approfondimento della cultura generale dell’individuo, a prescindere chi ha voti bassi non è detto che non sia interessato a conoscere il mondo, semplicemente potrebbe anche non essere interessato a quella parte di mondo evidenziata dalla scuola superiore che, tengo a precisarlo, non è altro che una piccola parte di ciò che ci circonda.”
“apparteniamo alla stessa specie… ma non siamo un numero!”