In Italia San Valentino è la giornata simbolo dell’amore, in cui si è soliti scambiarsi regali. E nel mondo? Scopriamolo insieme

di Zanoni Janiss

Il 14 febbraio di ogni anno si festeggia San Valentino, una festa originariamente cattolica, istituita nel 496 d.C. da papa Gelasio I in onore del martire san Valentino, eletto poi patrono degli innamorati, probabilmente allo scopo di sostituirsi alla celebre festa pagana dei “lupercalia”, legata anche al rito della fertilità. Rimasta nei secoli la festa dell’amore e dei romantici, con gli anni, soprattutto nei paesi dell’Occidente, la ricorrenza ha assunto un carattere sempre più commerciale: infatti il mezzo usato per dimostrare i propri sentimenti sono proprio i regali che le coppie si scambiano in quell’occasione. Che siano cioccolatini, rose o accessori, questa festa è sempre più concentrata sui beni materiali che sui sentimenti, la cui autenticità non può di certo essere ridotta ai regali.

Per distaccarsi dalla tradizione capitalista e consumista, in India, dove non si festeggia questa giornata, l’ente nazionale per la protezione degli animali ha indetto per la prima volta quest’anno, proprio il 14 febbraio, la Giornata dell’Abbraccio alla Mucca. L’idea è quella di celebrare, attraverso un abbraccio appunto, la madre mucca, l’animale più rilevante per la cultura, l’economia e la religione indiana, oltre che considerato portatore di energie.

Per motivi religiosi, la celebrazione di San Valentino è stata invece bandita e vietata in alcuni paesi di religione islamica, tra cui Pakistan, Arabia Saudita e Malesia. Anche in Russia è vietata, ma le motivazioni differiscono: qui le autorità russe hanno definito la festa troppo occidentale e la provincia russa di Belgorod l’ha proibita in quanto «mina l’integrità spirituale e i valori morali dei giovani».

In altri paesi orientali, invece, la festa di San Valentino è celebrata con una variazione rispetto a quella occidentale. In Giappone sono le ragazze a viziare con del cioccolato nero sia fidanzati sia colleghi e amici maschi, in attesa di riceverne di bianco il 14 marzo, durante il cosiddetto “white day”: un mese dopo san Valentino, infatti, i fidanzati maschi, per dimostrare di ricambiare l’amore delle loro amate, al cioccolato bianco aggiungono regali come peluche, gioielli o biancheria intima, rigorosamente bianca. In Cina invece la vera festa degli innamorati è “la notte dei sette”, chiamata anche festa del Quixi, che ha radici molto più antiche. In occasione di questa celebrazione le donne pregavano per avere mani più veloci e abili, per migliorare la loro tecnica del cucire e tessere: l’obbiettivo era quello di divenire sempre più brave, così da trovare marito più facilmente. Anche qui però la tradizione antica ormai è stata sostituita dalla festa occidentale di S. Valentino.

La globalizzazione nel corso della storia ha cancellato moltissime culture e tradizioni nel mondo, a vantaggio di abitudini consumistiche sempre più simili.Mentre in passato le persone si sentivano più legate alle usanze del proprio luogo d’origine e dei propri antenati, ora questo legame sembra essersi quasi del tutto perso in nome di un’uniformità pilotata dalle leggi di mercato.

Per questo san Valentino, dunque, il nostro invito è quello di non limitarsi al regalo ma di sfruttare questo momento per riflettere sul vero senso dell’amore, quello sano, basato sul rispetto, l’ascolto e l’accettazione dell’altro, sulla complicità e sulla ricerca della felicità di coppia.

Buon san Valentino tutti!

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