Il “film per le orecchie” di Giuseppe Pipitone. Le stragi del ’92 come non ve le hanno mai raccontate.

di Andrea Ferrari

Giuseppe Pipitone (a sinistra) e Simone Simone Ceriotti (a destra) che ci parlano del podcast “Mattanza”

Come ben sapete, l’11 e il 12 maggio noi ragazzi del blog abbiamo avuto l’onore di avventurarci nelle profonde stanze della redazione di ilfattoquotidiano.it. Ma il nostro viaggio non si è limitato solo a sbirciare dietro le quinte: siamo anche riusciti a intrattenere conversazioni appassionanti con i membri della redazione, tra cui Giuseppe Pipitone, l’artefice di Mattanza.

Probabilmente vi starete chiedendo “Che cos’è Mattanza?”; io vi potrei rispondere semplicemente con: “Le stragi del ’92 come non ve le hanno mai raccontate”. Continuate a non capire? Beh, questo è il motto che risuona negli episodi del podcast (sì, è proprio di questo che stiamo parlando).

Questo podcast parla di mafia, ma non bisogna pensarla come la solita trasmissione lunga e noiosa in cui l’esperto parla per interminabili ore delle stragi del ‘92, perché quello che ci ha presentato Pipitone va ben oltre. “Un film per le orecchie”, così lo avevamo definito, e in effetti non saprei trovare un modo migliore per descriverlo.

Innanzitutto, il podcast riesce a ricostruire in maniera molto dettagliata la complessità di quegli anni, e soprattutto Pipitone è chiarissimo e molto coinvolgente; tra l’altro, lui stesso ci ha spiegato che ha preferito lasciare il suo accento siciliano durante la spiegazione perché sembrava consono, dato l’argomento.

Ma il coinvolgimento del podcast non si limita solo alla voce: bisogna riconoscere la scelta musicale straordinaria che è stata fatta. Dopo aver scartato l’ipotesi di scegliere dei brani molto famosi (purtroppo il copyright non era dalla loro parte), si è deciso di inserire delle musiche inedite, che si adattassero perfettamente all’atmosfera del podcast e creassero un’esperienza sonora unica. E così è stato!

Inoltre, man mano che Pipitone spiegava echeggiavano alcuni effetti sonori, che si fondevano perfettamente con le sue parole creando un ambiente sonoro sorprendentemente realistico: mentre raccontava di una strada affollata, le cuffie restituivano il frastuono della città, le chiacchiere delle persone e i passi frenetici dei pedoni; quando descriveva il mare, si sentiva il suono delle onde che sbattevano tra loro; quando raccontava degli omicidi, si udivano gli spari di pistole e fucili. È come se le parole di Pipitone prendessero vita, permettendoci di sentire, quasi toccare, ciò di cui parlava.

Mattanza è una perfetta unione tra narrazione e sonorità, che trascina l’ascoltatore in un’esperienza multisensoriale indimenticabile. Io stesso, che non ho mai approfondito questo argomento, non sono riuscito a togliermi le cuffie di dosso per continuare ad ascoltare. È un podcast assolutamente adatto a tutti, anche a chi non è abituato ad ascoltarli.

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