Breve storia di Yahya Sinwar e della sua militanza in Hamas
di Hajar Qacem
Il Ministero della Sanità palestinese a Gaza ha riferito che il numero dei morti palestinesi a seguito dell’attacco israeliano a Gaza, che dura da 166 giorni, è salito a circa 32mila morti e 74.096 feriti. A ciò si devono aggiungere le numerose vittime ancora sotto le macerie o per le strade, che le ambulanze e la protezione civile non riescono a raggiungere, nonché i massacri di intere famiglie, compiuti dall’esercito israeliano negli ultimi giorni, che hanno provocato altri 104 morti e 162 feriti.
Nonostante gli sforzi di mediazione tra Israele e Hamas per cercare una tregua durante il periodo di Ramadan, continuano gli scontri tra l’esercito israeliano e le fazioni palestinesi in varie aree della Striscia di Gaza.
Secondo il Wall Street Journal, nei primi giorni di marzo membri di spicco della leadership di Hamas si sono incontrati a Doha, nel Qatar, per evitare di essere esposti ad un attacco israeliano nella Striscia di Gaza. Fonti interne al movimento hanno rivelato che Yahya Sinwar ha inviato un messaggio in cui si dice ottimista sul fatto che i combattenti di Hamas e delle Brigate Al-Qassam siano in una buona posizione. Nella lettera Sinwar afferma che il numero crescente di vittime civili avrebbe come effetto di aumentare la pressione globale su Israele, affinché fermi la guerra.
Ma chi è Yahya Sinwar?
Sinwar è uno degli uomini più ricercati d’Israele, in quanto dal 2017 leader di Hamas a Gaza. Con la famiglia viveva nella città di Al-Majdal Ashkelon, prima della dichiarazione dello Stato di Israele nel 1948. Dopo tale data crebbe nel campo profughi di Khan Yunis, anch’esso caduto sotto l’occupazione israeliana nel 1967. Al-Sanwar ricevette la sua istruzione nelle scuole del campo fino al completamento degli studi secondari, per poi iscriversi all’Università Islamica di Gaza e ottenere una laurea in studi arabi.
Nel 1982 Al-Sanwar fu arrestato da Israele e posto sotto detenzione amministrativa per quattro mesi con l’accusa di aver intrapreso “attività sovversive”.
Nel 1989 un tribunale israeliano lo condannò a quattro ergastoli (per un periodo complessivo di 426 anni) con l’accusa di aver organizzato il rapimento e l’uccisione di due soldati israeliani e di quattro palestinesi considerati collaboratori di Israele. Ne trascorse 22 in prigione: nel 2011 infatti fu liberato per uno scambio di prigionieri.
Israele ha dichiarato di “dargli la caccia“, perché lo ritiene responsabile dell’attacco del 7 ottobre, durante il quale, come sappiamo, sono state uccise circa 1.200 Israeliani, mentre più di 200 sono stati rapiti. Il portavoce dell’esercito israeliano Daniel Hagari ha detto: “Continueremo, lo inseguiremo finché non lo troveremo”.
Negli ultimi giorni l’esercito israeliano ha ucciso diversi uomini poiché somiglianti a Sanwar.