Traditori, immorali, opportunisti, codardi. Sono solo alcuni degli appellativi attribuiti agli italiani quando le manovre politiche del Regno d’Italia si sono rivelate ambigue o, banalmente, “incoerenti”.

Cosa si nasconde dietro una politica estera tanto spregiudicata? Buone ragioni o sfumature più complesse e meno note?

di Giovanni Sassi Buttasi

Sappiamo tutti com’è andata.

I passaggi dell’Italia postunitaria da uno schieramento internazionale all’altro sono celebri: per certi versi, hanno contribuito a creare una reputazione infelice del nostro Paese agli occhi della comunità internazionale. Ciò che molti sconoscono e di cui parlerò in questo articolo è il vero motivo del suo mancato supporto agli Imperi centrali della Triplice Alleanza – storici alleati – durante la Prima guerra mondiale.

La Grande Guerra ha rappresentato il primo conflitto che ha contrapposto un numero esteso di nazioni coalizzate in una complessa rete di relazioni politico-economiche intorno alle principali potenze globali.

I primi anni del Novecento fotografano un’Europa fratturata sotto tanti punti di vista: si pensi alla diffusione degli ideali nazionalistici e al sempre più evidente serpeggiare del razzismo.

Il momento culminante di tante tensioni ideologiche è certamente costituito dall’ attentato di Sarajevo, ad opera di un giovane anarchico, cui è seguito, il 28 luglio 1914, l’inevitabile ultimatum alla Serbia da parte dell’Austria.

L’assassinio dell’erede al trono asburgico e dell’arciduchessa sua moglie ha fatto sì che si mettesse in moto uno storico sistema di alleanze che ha diviso di fatto l’Europa in due: da una parte, la Triplice Intesa, comprendente Inghilterra, Francia e Russia; dall’altra, l’Italia e i grandi Imperi centrali di Germania e Austria-Ungheria, riuniti nella Triplice Alleanza.

I fronti di guerra apparvero subito definiti.

Il nostro Paese, tuttavia, sarebbe entrato in guerra con un anno di ritardo, il 24 maggio 1915 e, soprattutto, lo avrebbe fatto al fianco di Inghilterra, Francia e Russia in seguito alla firma del Patto di Londra.

Le ragioni di questo cambiamento sono diverse e complesse: ritengo che una delle cause più importanti possa essere individuata da certa prassi di governo a vocazione trasformista, che aveva preso piede in Italia a partire dalla seconda metà dell’Ottocento e consisteva nella stipulazione di accordi tra partiti politici anche ideologicamente opposti al fine di ottenere la maggioranza in sede parlamentare.

Tuttavia, non è stata solo questa politica improntata all’ opportunismo a determinare lo stravolgimento delle alleanze: anche l’Austria, infatti, ha mostrato di non avere particolari riguardi nei confronti dell’Italia, sua alleata. Le tensioni tra i due Paesi sono da ricercare nelle mire italiane sul Trentino, sull’Alto Adige e, soprattutto, sul Friuli.

Consapevole che l’appoggio militare offerto dall’Italia avrebbe comportato la perdita di uno sbocco sull’Adriatico e dei territori sopracitati (a causa dell’inevitabile meccanismo dei compensi insito nelle Alleanze), l’imperatore asburgico, Francesco Giuseppe I, comunicò all’Italia di essere entrato in guerra con qualche giorno di ritardo.

È stato proprio il mancato rispetto degli accordi da parte degli austriaci il pretesto che ha giustificato il voltagabbana italiano: una questione non di codardia, dunque, ma di orgoglio, ha ripulito in qualche modo l’Italia da ogni capo d’accusa.

Di Giovanni Sassi Buttasi

Nessuna presentazione riguardo al redattore.

2 commenti a “IL VOLTAGABBANA ITALIANO DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE”
  1. Allora, partiamo dicendo che l’Intesa e l’Alleanza si formarono ben prima dell’attentato a Sarajevo.
    Il meccanismo dei compensi, come sopra citato, consisteva in compensi ricevuti dagli Alleati nel caso avessero ottenuto territori Slavi e Balcanici. Tuttavia, l’Austria richiedeva all’Italia appoggio militare, nonostante il patto della Triplice dicesse che gli aiuti spettavano solo a chi doveva difendersi, non offendere. Anche per via di questa aggressività Austriaca l’Italia si è tirata fuori.
    Secondo, sul fronte civile gli irredentisti e i nazionalisti preferivano rimanere neutrali piuttosto che combattere affianco degli oppressori di Trento e Trieste, ma i territori richiesti dall’Italia si estendevano fino al Dodecaneso. C’è quindi da considerare che il voltagabbana non fu una decisione immediata: ci furono molte trattative prima di essersi rivolti alla Triplice Intesa.
    Ma ci è voluto un anno di offerte e controfferte prima che Sonnino si rivolse al parlamento Inglese.

    1. Ciao Diego,
      le tue osservazioni sono più che corrette! La Triplice Alleanza nasce nel 1872 con l’intento di isolare la Francia mentre, nel 1907, nasce la Triplice Intesa.
      Per quanto riguarda “l’aggressività austriaca”, Vienna giustificò la dichiarazione di guerra sostenendo fosse di carattere difensivo, essendo stata privata dell’erede al trono. Non ho precisato la divisione dell’Italia tra interventisti e neutrali, come non ho specificato il resto delle premesse che hai evidenziato e alle quali ho risposto perché, con questo articolo, volevo mettere in luce i caratteri generali dell’avvenimento senza addentrarmi eccessivamente nel dettaglio. Ti ringrazio per il commento!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scopri di più da

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere