Fotografo Valentin Grigore

Un’intervista allarmante sull’impatto dell’inquinamento luminoso e le sue poco note implicazioni ambientali.

Di Iulia Marasescu e Hajar Qacem

L’inquinamento luminoso sta offuscando sempre più il nostro cielo stellato, nascondendoci uno spettacolo naturale di inestimabile valore.

Il professor Fabio Falchi, docente di fisica della nostra scuola, è un esperto in questo ambito, e noi abbiamo avuto l’opportunità di intervistarlo e di farci spiegare da lui le cause, gli effetti e le possibili soluzioni di questo grave problema.

Professor Falchi, Lei è un ricercatore. Che ruolo ha avuto la Sua esperienza scolastica nella scelta del suo percorso professionale?“Il mio percorso scolastico è dominato dalla figura del mio insegnante di fisica del liceo, Maurizio Francesio, che è stato il miglior insegnante che abbia mai avuto. Tuttora vado a trovarlo. Era un fantastico insegnante, irraggiungibile secondo me, e questo mi ha ispirato e mi ha aiutato anche nella ricerca perché lui ci ha insegnato come si fanno gli esperimenti e l’importanza della precisione di misura.”

Lei lavora nella ricerca sull’inquinamento luminoso. Cosa l’ha spinta ad approfondire proprio quest’ambito?“Mi ha spinto un articolo che ho letto quando avevo circa la vostra età: era uscito su l’Astronomia, a firma di Piero Bianucci. Aveva parlato dell’inquinamento luminoso che ci stava nascondendo la volta celeste. Mi aveva colpito il fatto che esistesse questo problema pur essendoci già le soluzioni pronte. Purtroppo le cose da allora ad oggi non sono altro che peggiorate: la soluzione esiste in teoria, ma in pratica non viene attuata.”

Potrebbe spiegarci in che cosa consiste l’inquinamento luminoso e quali sono le sue principali cause?

“L’inquinamento luminoso è un’alterazione della quantità di luce che dovrebbe essere naturalmente presente nell’ambiente notturno causata dalla luce che l’uomo produce artificialmente durante la notte. Quest’alterazione è elevatissima perché i livelli di illuminamento al suolo possono essere anche centinaia di migliaia di volte maggiori rispetto a quelli che sarebbero presenti, ad esempio, solo con la luce delle stelle, e questo comporta una serie di conseguenze negative sugli ecosistemi, sulla biodiversità, sulla salute e sulla cultura, perché non si riesce più a vedere e a trarre ispirazione dalla vista del cielo stellato e gli appassionati di astronomia non possono più vedere il cielo.”

Quali sono le implicazioni ambientali di questo fenomeno? Può farci qualche esempio concreto di come la luce artificiale stia influenzando gli ecosistemi e/o la biodiversità?“L’introduzione di luce artificiale durante la notte altera il comportamento e la fisiologia della fauna e, anche se in minor misura, della flora. Parte della perdita di biodiversità, come la scomparsa di molti insetti negli ultimi decenni, è dovuta anche all’inquinamento luminoso. Il comportamento animale è legato alla quantità di luce che c’è nell’ambiente notturno: i predatori traggono vantaggio dalla presenza di luce e quindi, in condizioni naturali, avremmo che i predatori sono avvantaggiati durante le notti vicine al plenilunio e di conseguenza le prede dovrebbero nascondersi durante i periodi dove c’è più luce. Se noi andiamo ad alterare la quantità di luce creando una specie di “plenilunio perenne”, i predatori ne traggono vantaggio a scapito delle prede, stravolgendo gli equilibri ecologici.”

Quanto interesse c’è attorno a questo tema, secondo Lei?“L’interesse è molto limitato perché le persone non percepiscono ancora il fatto che la luce artificiale di notte è un inquinante vero e proprio come il particolato atmosferico, gli ossidi di azoto o l’ozono. Nonostante in quasi tutta l’Italia si abbiano delle leggi contro l’inquinamento luminoso, queste non sono state sufficienti per far diminuire il fenomeno, però in qualche modo ne hanno arginato la crescita. La sensibilità dal punto di vista politico è variabile, mentre quella della popolazione è un po’ aumentata: oggi quasi tutti hanno già sentito il termine “inquinamento luminoso”, ma quasi nessuno ne conosce gli effetti ambientali. “

Esiste una normativa, leggi o accordi internazionali che obbligano i governi a farsi carico della riduzione di questo genere di inquinamento?“Esistono leggi regionali che coprono tutta l’Italia tranne Sicilia e Calabria: alcune sono più sulla carta che di fatto, perché dipende dalla volontà delle singole regioni di farle applicare in maniera corretta. In Lombardia il regolamento attuativo doveva essere emesso nove anni fa, ma non è stato ancora approvato ed è in lavorazione adesso. La legge regionale lombarda, tra l’altro, è stata tra le prime leggi che proteggono l’intero territorio. Dopo le leggi regionali italiane, altre nazioni hanno seguito il nostro esempio, superandoci. Non siamo riusciti ad aggiornarle bene e tenerci al passo.”

Quali sono le soluzioni a questo problema? Ci sono, vengono applicate?“Le leggi regionali dettano i parametri tecnici per far sì che un impianto di illuminazione inquini il meno possibile. Questi parametri sono sostanzialmente quelli di avere apparecchi completamente schermati, inviare solo una quantità necessaria/sufficiente e abbassare la quantità di luce oltre una certa ora. Tuttavia, dare le regole sui singoli impianti senza porre un limite al totale della luce che si immette nell’ambiente non ha impedito la crescita che c’è stata negli ultimi trent’anni. Per affrontare seriamente l’inquinamento luminoso bisogna cominciare veramente a limitare la quantità di luce prodotta di notte e non solo ad imporre regole su come fare gli impianti.”

Cosa possiamo fare noi nel nostro piccolo per ridurre l’inquinamento luminoso? Come possiamo coinvolgere le istituzioni, le aziende ed altri cittadini in questa battaglia?“Dobbiamo renderci conto che, essendo un inquinante, non dobbiamo chiedere sempre più luce. Finora, ad ogni strada con nuova e più potente illuminazione seguiva che anche quelle vicine venivano illuminate maggiormente: adesso invece dobbiamo cominciare a chiedere il contrario. Se c’è troppa luce, chiediamo di eliminarla: i nostri occhi hanno una sensibilità incredibile. Se abbiamo una strada sovrailluminata, tutto il resto sembrerà buio in confronto, quindi una singola via illuminata eccessivamente ci impedisce la possibilità di vedere bene in tutte le vie limitrofe.”

Di Iulia Marasescu

Organizzata nella mia disorganizzazione

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