Il simbolo della trasgressione alle regole

di Davide Tecchio

Abitanti del Fermi, vi diamo il bentornato nella tana dei cinefili, un luogo sicuro e indiscusso di discussione cinematografica. Il nostro incontro di questa settimana è incentrato sulla figura del pagliaccio più conosciuto di tutti i tempi. Con lo scopo di comprendere la natura primordiale della trasgressione, del rifiuto delle regole e di ogni forma centralizzata di potere, abbiamo l’occasione di analizzare l’esponente forse più popolare del pensiero sovversivo come emblema delle regole del caos nelle diverse versioni che il cinema ce ne ha proposto: Joker! La trasgressione diventa la ribellione dell’emarginato oppure è specchio del modello sociale caratteristico del supereroe americano degli anni ‘30? Per aiutarmi in questa lettura farò riferimento alle illuminanti lezioni di Matteo Molinari su Joker e l’arte del cinema affrontate l’anno scorso: se avrete l’occasione di partecipare ad una sua conferenza non esitate! Bando alle ciance, incominciamo!




1. Il Supereroe – Batman (1989)

Non si possono comprendere correttamente tutte le sfaccettature ideologiche e comportamentali del pagliaccio più folle del cinema se non si pone prima di tutto un occhio di riguardo anche all’altra faccia della medaglia: chi è Batman? Il cavaliere oscuro rappresenta la legge donata al popolo, cioè il super-eroe che propone ai cittadini le regole etiche, morali e sociali affinché siano messe in atto nel modo giusto dai cittadini stessi. È perciò l’affermazione politica di uno stato in cui i cittadini compiono le proprie scelte, addirittura incoraggiati al punto di plasmare e ricostruire la propria condizione. In cosa consiste allora la trasgressione di Joker? Ridimensiona il supereroe e quindi abbatte l’onnipotenza individualista del cittadino: proprio in questo ristabilisce paradossalmente un ordine.

https://www.youtube.com/watch?v=Wsif_3GKANQ




2. L’agente del CAOS – Il cavaliere oscuro (2008)

Nella versione cinematografica di Nolan, Joker rispecchia la figura di un sociopatico lucido che vuole mostrare e dimostrare la propria ideologia a tutti i costi. È un ‘anarchico-cultore del caos’, non gli interessa stabilire una forma di governo ma soltanto produrre disordine in modo tale da dimostrare che tutti possono diventare come lui, che tutti sono uguali. La legge del supereroe deve controllare il disordine caotico e criminale di cui l’irriverente Joker, che ride di tutto senza alcun principio etico, è la rappresentazione più esplicita. “Se introduci un po’ di anarchia, se stravolgi l’ordine prestabilito, tutto diventa improvvisamente ‘caos’. Sono un agente del caos. E sai qual è il bello del caos? È equo”. Per Joker la polizia e i governi sono solo degli “opportunisti che cercano di controllare i loro piccoli mondi “, persone che nei momenti di disperazione e paura “si sbranano tra di loro”. Le istituzioni sono fragili. Il quadro di Nolan consiste in una visione stereotipata di governo caratterizzato da violenza e insurrezioni, elementi che non fanno che alimentare la follia.




3. Reietto – Joker (2019)

Nel 2019 esce al cinema Joker di Todd Philips, pellicola che sfida le convenzioni del cinema mainstream giocando sul realismo dei personaggi. La legge che regola la comunità pare non essere più un adeguato punto di riferimento per la società contemporanea e Joker è un emarginato sociale in cerca di giustizia e di riconoscimento personale. Arthur (l’identità del pagliaccio) non è nient’altro che una persona insoddisfatta, ossessionata dal volersi distinguere in una realtà che non lo considera. Utilizza la violenza come atto sovversivo e trasgressivo per affermarsi, ma il rischio è quello di diventare pedina del potere dispotico stesso. Sono anche gli anni dell’amministrazione Trump in America e del presidenzialismo deciso a manovrare il ceto basso della popolazione: l’assalto a Capitol Hill del 2021, in tal senso, non è altro che la dimostrazione di una falsa disobbedienza, perché la vera trasgressione (intesa come affermazione del valore della propria esistenza) nasce dalla consapevolezza dei propri diritti non rispettati e dalla capacità di far riconoscere in modo forte e costruttivo i propri valori. La vera trasgressione deve compiersi come atto di coscienza responsabile.

E voi, popolo del Fermi, cosa ne pensate? Cosa rappresenta per voi il pagliaccio più famoso del cinema? Quali sono le sfaccettature del suo carattere che vi hanno colpito di più? Avete preferenze tra le diverse versioni cinematografiche? Condividete le vostre idee nei commenti, saremo curiosi di leggerle!

Di Davide Tecchio

“E se tutti questi abeti fossero come struzzi che si sono dimenticati di risalire? Gambe all’aria e testa infossata. Coccodè!”; ballava una danza tribale insieme all’albero, “Sveglia, sveglia, sveglia! Svegliati grosso struzzo.”

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