Voci che meritano giustizia
di Arianna De Rosa
25 novembre 1960
Esattamente 65 anni fa le sorelle Mirabal Patria, Minerva e Maria Teresa furono torturate e uccise, ma non da un pazzo e nemmeno dal marito. Ma dallo Stato.
Furono uccise perché libere e non disposte ad arrendersi. Fu il primo caso di riconosciuta violenza contro le donne.
Erano vive. Erano donne. Non ebbero giustizia.
23 Gennaio 1993
Un caso un po’ più recente, Alma Chavira Farel, 13 anni, in un piccolo paesino del Messico, ritrovata con dei tagli sulle braccia e sulle gambe, con segni evidenti di violenza sessuale, morta strangolata. Durante l’autopsia furono trovate tracce di sperma tra le pareti della gola e sotto le unghie ma la corte lo archivia come incidente stradale, dato che il corpo fu ritrovato a bordo di una strada. Perché nel 1993 non c’era nemmeno uno stato al mondo a riconoscere la violenza di genere. Probabilmente successe in macchina sì, ma non fu certo un incidente.
Era viva. Era una donna. Non ebbe giustizia.
11 novembre 2024
Per alcuni, i più vicini a questa storia, già la data sussurra lo spirito di Giulia Cecchettin. Scommetto che il suo nome lo avrete sentito almeno una volta, di lei si è parlato tanto. Uccisa dall’ex fidanzato, con venti coltellate al petto, morta dopo le prime cinque. In una serata qualunque dopo una cena qualunque, dopo una litigata qualunque nel parcheggio di un supermercato. L’ultima. Giulia doveva essere l’ultima, ma non lo è stata.
Dal 1° Gennaio al 31 luglio del 2025, secondo i dati del Viminale, le vittime di femminicidio sono state circa 70. Dieci vittime al mese. Una ogni tre giorni. Non è normale. Non dovremmo accettarlo, fare finta di niente. Mentre noi mangiamo, dormiamo, studiamo per il nostro futuro c’è una donna che respira per l’ultima volta.
E’ vero, Giulia avrebbe dovuto essere l’ultima. Ma troviamo ancora Ilaria Sulla, 22 anni, studentessa, ritrovata in una valigia, a pezzi, uccisa dall’ex fidanzato. Pamela Genini, 29 anni, uccisa dal compagno, si sarebbero dovuti sposare pochi mesi dopo. Martina carbonaro, 14 anni, uccisa dal fidanzato, caduta, anzi spinta giù, dalla finestra del suo balcone durante una lite. Quella sera sarebbe dovuta andare in discoteca. “Meglio con addosso la bara che il vestito che avrebbe dovuto mettere”.
Erano tutte vive. Erano tutte donne.
Facciamo in modo, però, che questa volta abbiano giustizia.

