Sempre più adolescenti soffrono di disturbi dell’ansia
di Janiss Zanoni
L’ansia è uno stato d’animo che viene associato all’incapacità di gestire situazioni di stress e ha
comunemente una connotazione negativa. Se per alcuni affrontarla non è un problema, per altri, invece,
è una condizione tremenda e costante, a cui sembra impossibile sottrarsi.
Urge una precisazione: è necessario distinguere l’ansia come stato d’animo temporaneo e l’ansia come
patologia. Entrambe si manifestano con reazioni simili come pianti, sudorazione eccessiva, tremori,
palpitazioni, asfissia e, nei casi più gravi, attacchi di panico, ma nel primo caso queste hanno una durata
limitata nel tempo e si presentano solo in gravi circostanze; con l’espressione “ansia generalizzata”,
invece, ci si riferisce al disturbo che si presenta nei pazienti in cui queste sensazioni si innescano spesso,
talvolta anche senza un apparente motivo.
Quando si parla di ansia, è necessario soffermarsi sui fattori scatenanti, soprattutto su quelli meno
legati a situazioni reali. Si tratta per lo più di percezioni distorte della realtà, che si insediano nel
pensiero e ne condizionano scelte e modi di agire.
Molti giovani soffrono di disturbi d’ansia. La società contemporanea pone su noi giovani numerose
aspettative che ci portano a proiettarci in un futuro incerto. Proprio per questo, molti di noi soffrono di
ansia da paura del fallimento.
Ci viene continuamente detto che “saremo noi a cambiare il mondo” e che “il futuro è nelle nostre
mani”, sottintendendo che l’andamento delle cose dipenderà dalle nostre azioni e non da chi ha agito
fino ad ora. E questo inevitabilmente ci carica di tensione e paura di sbagliare.
Una volta adulti è normale prendere decisioni che determinano la nostra esistenza, passando da una
condizione passiva nei confronti della vita ad una che ci vede protagonisti. Non è il passaggio in sé che ci
preoccupa ma le aspettative pressanti, che ci incutono timore in quanto sappiamo che non c’è margine
per il fallimento. Un esempio su tutti? Il cambiamento climatico: abbiamo un limite di tempo
prestabilito per risolvere i problemi che ci stanno portando alla distruzione, quindi non abbiamo il
tempo di sbagliare.
Cerchiamo di intraprendere studi scientifici, ingegneristici o economici, perché sembrano fornire
soluzioni ai problemi concreti rispetto ai percorsi umanistici, ma è davvero così? Se scegliamo la facoltà
sbagliata, potremmo fallire, e se fallissimo potremmo essere costretti a svolgere un lavoro che non ci
piace e che non ci permette di vivere serenamente. Senza contare che la perenne crisi economica e
l’inflazione stanno ponendo molti giovani in una condizione di precariato che non consente alcun
margine di progettazione del proprio futuro.
Questi pensieri finiscono per incidere su ogni aspetto della quotidianità. Scegliamo di non scegliere per
paura di sbagliare. Non riuscendo ad immaginare il nostro futuro, siamo portati a non operare nel
presente.
Di qui lo sviluppo dell’ansia, causa di malattie diffuse tra i giovani quali depressione e disturbi del
comportamento alimentare.
Prendiamo come esempio l’anoressia, che il più delle volte ha un’origine psicologica. Il cervello si fissa
sull’unica cosa che è certo di poter controllare in modo da distogliere l’attenzione sulle altre situazioni
che sono causa si stress e quindi di ansia. Il controllo del cibo attraverso la sua limitazione provoca uno
stato di apparente tranquillità, mentre di fatto l’ansia ha solo cambiato l’oggetto su cui accanirsi,
provocando uno stato di continuo stress psicofisico.
L’ansia non è da sottovalutare. Bisogna divenirne consapevoli e chiedere aiuto prima che si trasformi in
una patologia. Se la società non ci aiuta, dobbiamo pensare che esistono comunque figure professionali
competenti, tecniche scientificamente provate e soprattutto adulti che con il loro affetto ci possono
supportare in un cammino di guarigione. Per accettare le difficoltà della vita e l’incertezza con
consapevolezza e la giusta distanza.