Affiggere necrologi di donne vittime di femminicidio è un atto vandalico?

di Greta Belleli

Ciao a tuttǝ!! Sono Greta, una ragazza dell’istituto Fermi ma anche un’attivista del movimento “Non Una Di Meno” Mantova (NUDM). “Non Una Di Meno” non è né un collettivo né un’associazione e tanto meno un’organizzazione. Siamo soggettività, uomini e donne, transfemministǝ che portano avanti una lotta comune e ormai riconosciuta a livello istituzionale, quella per dire “basta” al femminicidio e alle varie forme di violenza maschile contro le donne e per chiedere un cambiamento politico e sociale strutturale.

Oggi, purtroppo, scrivo quest’articolo a seguito di un gesto gravissimo. Due settimane fa sono state notificate due multe da € 500 a due attiviste di NUDM Mantova per affissione di manifesti non autorizzati, imbrattamento e danneggiamento di beni pubblici (secondo quanto riportato dal Regolamento di Polizia Urbana di Mantova). Nello specifico i fatti risalgono al 10 agosto, quando noi di NUDM ci trovavamo presso il sottopasso di porta Mulina, divenuto per noi il muro della testimonianza e della denuncia, su ci affiggiamo i nomi delle donne vittime di femminicidio.

Si tratta di un sottopasso – e non di un muro di un edificio -, che si trova a tre o quattro metri dal muro di un altro sottopasso, riempito interamente da graffiti e disegni vari. Ad ogni modo IMBRATTARE, nel vocabolario Treccani significa “sporcare, insudiciare con sostanze fluide o appiccicose o coloranti. Anche, lordare con immondizie”. A quanto pare i “cosiddetti” femminicidi, come scritto nel verbale, sono da considerarsi immondizia? Questo dramma, che affligge il mondo in generale e il nostro paese in particolare, non merita uno spazio pubblico di memoria e di informazione per tutti i cittadini? LUOGO PUBBLICO, sempre nel vocabolario Treccani, “è il luogo cui si può accedere liberamente, senza che vi siano limitazioni.” 

Concretamente, quindi, come abbiamo reagito di fronte alle sanzioni? Abbiamo raccolto le nostre intenzioni, spiegazioni, volontà e opinioni, le abbiamo incluse nello “scritto difensivo al verbale”, che poi abbiamo inviato al sindaco Mattia Palazzi, all’Assessora Chiara Sortino, all’assessora Alessandra Riccadonna e alla Consigliera Gloria Costani.

Contemporaneamente ci siamo espressǝ sui media e su alcune testate giornalistiche; siamo statǝ intervistatǝ e siamo comparsǝ in servizi televisivi e pagine online. La notizia ha avuto eco anche in altre regioni.

Diverse associazioni, gruppi e collettivi mantovani hanno firmato una lettera di solidarietà al nostro gruppo.

Invece le risposte dell’Amministrazione comunale sino ad ora si sono rivelate timide. L’assessora Sortino, in un’intervista, ha dichiarato: “La Giunta è disposta a concedervi l’uso dello spazio. Ma la multa è da pagare”.

Insomma, vaga solidarietà e possibile futuro “riconoscimento” del muro. 

Ma noi non chiediamo il permesso per affiggere i nomi delle donne uccise. Non vogliamo la targhetta “MURO DI NON UNA DI MENO” o “MURO DEI FEMMINICIDI” firmato “Il Comune”.

Vogliamo serietà e coerenza, vogliamo cioè che il nostro impegno politico e sociale per sensibilizzare l’opinione pubblica e rimarcare i grandi problemi che ancora affliggono l’universo femminile sia riconosciuto e valorizzato, non sanzionato.

Non Una Di Meno ha chiesto anche un confronto faccia a faccia in cui poter condividere, tra le altre questioni, la necessità di rivedere, insieme, il regolamento comunale. Perché il concetto di sicurezza e decoro deve essere condiviso e partecipato dalla cittadinanza. Perché non ci siano più divieti inappropriati e anacronistici che mettono in gabbia il diritto di manifestare dei cittadini. E noi lo abbiamo fatto in modo civile e in uno spazio adeguato perché visibile a molti e dunque efficace.

Conoscere e agire fa parte del nostro diritto ad essere cittadini. E noi dobbiamo essere cittadini informati, attivi e responsabili, capaci, di fronte ai gravi mali sociali, di non rimanere indifferenti e di non fermarsi alla delega istituzionale.

Noi continueremo a fare e nostra parte. E voi?

 

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