ATTI VANDALICI IN AUMENTO NELLE SCUOLE

Un confronto tra la realtà del Fermi e l’andamento nazionale: i dati

di Sveva Morini

Come riporta il quotidiano “La Repubblica” nell’ultimo triennio sono aumentati episodi che denotano un disagio crescente e di carattere trasversale, dal momento che coinvolge le scuole di ogni ordine e grado. Crescono le sospensioni, i voti bassi in condotta e, non di rado, i docenti sono costretti a chiedere il supporto dei Servizi Sociali, degli psicologi o della Polizia.

I dati a livello nazionale sono preoccupanti: negli ultimi anni, l’80% delle Dirigenze dei Licei è stato costretto a convocare le famiglie; nel 2019, questa percentuale non superava il 50%; il numero delle scuole che dichiara di avere abbassato il voto di condotta a seguito di comportamenti non adeguati da parte degli studenti è più che raddoppiato, essendo passato dal 32 al 77%; in un istituto su cinque è intervenuta la Polizia;    il ricorso ai Servizi Sociali, ad oggi, sfiora il 50%.

Il nostro Istituto, purtroppo, non è da meno: numerosi atti vandalici sono stati segnalati dall’Ufficio Tecnico e questo  non fa che confermare la tendenza generale post covid. .

Specificamente, sono stati arrecati danni diversi in vari locali dell’edificio. Solo per fare alcuni esempi, coloro che hanno compiuto atti vandalici hanno preso di mira sportelli degli armadietti, porte e maniglie dei bagni (imbrattate con colori od altro), piani e gambe dei banchi delle aule, ante di accesso ai manicotti antincendio, impianto elettrico della mensa, water e alle turche, intasate da carta, palline da ping pong ed escrementi, attrezzi della palestra, muri e persino il controsoffito di una laboratorio.

Alla luce di tutto ciò, viene spontaneo domandarsi cosa possa spingere una persona equilibrata a compiere atti simili. È il riflesso di un qualcosa di più ampio? Cosa possiamo fare per arginare questa tendenza?

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