La lotta alla violenza contro le donne non è ancora finita. L’impegno dei MyFermi nel racconto e nella lotta della violenza di genere.
Di Iulia Marasescu
“Mi sono sempre chiesto come mai siamo arrivati a questa prevaricazione secolare dell’uomo nei confronti della donna, è una risposta un po’ darwiniana della legge del più forte. […] Tutto ciò ha comportato una sedimentazione nella mentalità dell’uomo difficile da rimuovere, di sopraffazione, superiorità, anche se oggi l’uomo accetta e deve accettare questa assoluta parità nei confronti della donna, nel suo subconscio il suo codice genetico trova sempre una certa resistenza”.
Sono queste le parole del ministro della Giustizia Carlo Nordio durante la conferenza internazionale contro il femminicidio tenutasi a Roma lo scorso 20 novembre. Sono frasi che lasciano l’amaro in bocca e che giustificano secoli di violenze, ingiustizie e sottomissioni.
La violenza contro le donne è una delle numerosissime e raccapriccianti invenzioni umane, e non ha nulla di genetico, ma è il prevedibile risultato di secoli di patriarcato, in cui la donna è stata costantemente posta al di sotto dell’uomo sotto qualunque aspetto.
Nonostante sia probabile che tutto sia nato da una questione puramente fisiologica, ovvero la superiore forza fisica maschile rispetto a quella femminile, al giorno d’oggi la discriminazione e la violenza avvengono anche su piano ideologico, in cui la donna è spesso considerata inferiore anche dal punto di vista intellettuale, generando ingiustizie di ogni tipo: sociale, economico, politico, lavorativo, accademico, e l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Nonostante negli ultimi decenni milioni di donne abbiano strenuamente lottato per raggiungere quest’assoluta parità a cui il cromosoma Y si oppone tanto, la violenza di genere ancora esiste, ed è sempre più difficile combatterla, perché ormai l’uguaglianza sembra sia già stata raggiunta, e purtroppo molti uomini (e anche donne) pensano che parlarne ed insistere ulteriormente sia una pretesa esagerata o addirittura una discriminazione contro il genere maschile.
Nonostante in apparenza (per chi è abbastanza attento non è neanche apparenza, è evidenza) donne e uomini abbiano pari diritti e pari opportunità, i numeri non mentono: i femminicidi sono sempre troppo numerosi, addirittura in aumento quelli da partner o ex; le violenze domestiche sono in aumento; una donna su tre in Europa ha subito almeno una volta nella propria vita violenza fisica e/o sessuale.
Con una settimana a tema dal nome simbolico di “conSENSO”, in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, il MyFermi si impegna a raccontare le innumerevoli violenze che le donne di tutto il mondo ancora subiscono. Ora più che mai è necessario parlarne per portare alla luce tutto ciò che è nascosto dietro quest’apparente parità e raggiungere una vera uguaglianza una volta per tutte.

