Dalle parole del presidente Piccoli alla conquista delle serie B.

di Jacopo Antoniazzi

“Come l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri, così anche noi dovremo cambiare il nostro aspetto e ritornare grandi per non deludere i nostri tifosi”. Con queste parole Filippo Piccoli, presidente del Mantova, annunciava una rivoluzione cercando di rassicurare i suoi sostenitori, assai delusi dopo la retrocessione sul campo della squadra biancorossa fra i dilettanti (la prima nella sua storia calcistica).

E rivoluzione fu. Nella scorsa estate, infatti, il patron virgiliano attuò il mercato più “movimentato” della storia della squadra biancobandata: venti arrivi e trenta calciatori in uscita, compresi il capitano Guccione e il “Doge di Viale Te” Riccardo Bocalon, arrivato a gennaio 2023, ma di grande aiuto alla squadra biancorossa con 11 gol in 15 presenze. La ciliegina sulla torta fu il nuovo allenatore Davide Possanzini, vice di Roberto De Zerbi, maestro del calcio italiano: allenatore capace di portare, in Italia, il Sassuolo dalla salvezza all’Europa League e, all’estero, il Brighton (Premier League, ovvero il campionato più competitivo al mondo) dal diciassettesimo al quinto posto in meno di un anno.

Il presidente del Mantova, in questo modo, dimostrò di credere molto nella sua squadra, e la risposta dei tifosi non si fece attendere: più di 4.000 abbonamenti e una media spettatori di 5.300 persone a partita, con picchi fino a 7.300 (numeri che non si vedevano dai tempi della Serie B).

La magia tra il nuovo Mantova e i suoi sostenitori scoppiò sin da subito, tanto che la squadra riuscì a rimanere saldamente al primo posto, dalla settima giornata fino alla fine del girone d’andata. Poi, arrivó la svolta. Lunedì 8 gennaio 2024, prima giornata del girone di ritorno della Serie C: è il giorno di Padova-Mantova. É la “partita dell’anno della terza serie italiana”: chi vince prende tutto come direbbero gli ABBA in una nota canzone del 1980.

Si cerca la vittoria non solo per la gloria, non solo per i tre punti (tranquillamente recuperabili nelle diciotto successive gare del girone di ritorno): chi riuscirà a spuntarla avrà soprattutto un vantaggio psicologico sull’avversaria.

Inizia il match e il resto rimarrà negli annali della Serie C. Partita magistrale della formazione mantovana che impartisce una vera e propria lezione di calcio alla squadra biancoscudata. Il tabellone dello Stadio Euganeo di Padova al 95’ reciterà:

PADOVA 0

MANTOVA 5

Redolfi (M), Fiori (M), Galuppini (M), Bragantini (M), Wieser (M)

Una “manita” che pesa come un macigno per la squadra veneta e che porta all’apoteosi i tifosi biancobandati. Quella che doveva essere una squadra costruita per la Serie D, ora guida il girone A del campionato di Serie C con sette punti di distacco dalla seconda classificata fino a quel momento imbattuta, puntando alla seconda serie del calcio italiano, al “calcio che conta”.

D’ora in poi tutto sarà in discesa per la squadra di mister Possanzini che rimarrà saldamente la testa di serie del suo girone, mantenendo costantemente sei, nove o anche dodici punti di distacco dal Padova secondo.

Arriva poi il 30 marzo, il giorno della grande festa contro l’Atalanta Under 23. Per l’occasione, in via del tutto eccezionale, era stata resa accessibile ai tifosi mantovani anche la Curva Cisa, nelle normali partite destinata agli ospiti. Con quell’apertura “ad hoc” si raggunse il picco delle 7.300 presenze al Danilo Martelli, record assoluto da quando lo stadio è in ristrutturazione. I biglietti? Volatilizzati in meno di un quarto d’ora dopo l’uscita delle prevendite. Quella giornata finirà poi 1-1. Niente promozione, ma la festa è solo rimandata di qualche giorno.

Una settimana più avanti, infatti, il Padova pareggerà a Lumezzane e sarà gioia grande per i tifosi virgiliani: di corsa tutti in piazza. Chi con una vecchia bandiera dei tempi della Serie B, chi con una bandiera a scacchi e chi, invece, con un qualsiasi oggetto che potesse richiamare i colori biancorossi. Non c’è tempo per pensare, ma solo per festeggiare e godersi il momento.

Lasciamoci tutti i dilemmi sul nuovo stadio e sulle eventuali cessioni che saranno effettuate questo luglio, perché ora “sema in B”.

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