Cosa si nasconde dietro la nostra Capitale?
di Emma Malavasi
La letteratura contemporanea offre uno spaccato affascinante e inquietante sulla criminalità, come dimostra anche il nuovo libro di Francesca Fagnani: Mala: Roma criminale (SEM, 2024). Questa inchiesta giornalistica svela la complessità e le dinamiche nascoste della delinquenza nella Capitale.
Uno dei temi centrali del libro è la resistenza culturale di Roma a essere etichettata come una città mafiosa, nonostante abbia avuto organizzazioni criminali importanti come la famigerata Banda della Magliana. A differenza di Palermo o Napoli, la “città eterna” sembra riluttante ad affrontare la propria realtà criminale. La mafia romana non gode della stessa notorietà di altre organizzazioni in Italia. Sebbene la banda della Magliana rappresenti l’organizzazione criminale più famosa di Roma, la sua esistenza è stata relativamente breve, durando circa vent’anni prima di scomparire.
Fagnani, con il suo stile graffiante, racconta eventi violenti, come l’omicidio di Fabrizio Piscitelli, noto anche come Diabolik. Capo degli “Irriducibili”, il gruppo di ultras della Lazio, Piscitelli era un mito per i suoi sostenitori e un bandito per tutti gli altri.
Con precedenti legati al traffico di droga e all’estorsione, il suo omicidio avvenuto nel Parco degli Acquedotti a Roma va oltre la cronaca nera; diventa simbolo di un legame profondo tra il mondo criminale e quello legittimo, rivelando una Roma in eterna contraddizione.
La narrazione si estende quindi al narcotraffico, analizzando cartelli e gerarchie, mostrando come il crimine si infiltri nei vari strati della società e rivelando una rete interconnessa che mette in luce una seconda identità della città. Fagnani non si limita a raccontare la violenza; esplora anche la cultura del crimine e le sue manifestazioni.
Roma, pur essendo famosa per la sua bellezza, nasconde un livello sotterraneo di violenza: da una parte, alla luce del sole, c’è una città immobile nella sua magnificenza; dall’altra, nell’ombra, avvengono sequestri, torture e omicidi. “Roma non ha capi, ma in realtà ne ha più di uno” – afferma Fagnani.
Il narcotraffico, quindi, non è solo un fenomeno di spaccio, ma si sviluppa attorno a famiglie e clan organizzati, influenzando profondamente la vita della città.
L’omicidio di Piscitelli, avvenuto il 7 agosto 2019, diventa il punto di partenza per un’indagine che tocca tutti i tavoli criminali che contano. Fagnani, con il rigore della cronista, esamina fonti giudiziarie, collega fatti e ricostruisce alleanze e rivalità che definiscono la geografia criminale di Roma.
“Mala” non è solo un’inchiesta: è una rivelazione dei nuovi padroni di Roma. Il libro mette a nudo una verità scomoda: sotto il manto della grande bellezza, Roma è un teatro di violenza e criminalità.
Francesca Fagnani invita i lettori a guardare oltre le apparenze, a riconoscere e confrontarsi con i segreti che Roma, nonostante la sua grandezza, continua a nascondere.
Se desiderate scoprire di più su questi misteri, “Mala” è il libro che fa per voi.