Storie di alcune scienziate che hanno rivoluzionato la scienza ed ispirato donne di ogni luogo ed epoca.
di Nicole Cobelli e Iulia Marasescu
Quest’anno ricorre il decennale della “Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza”, istituita nel 2015 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, fissata l’11 febbraio per riconoscere l’impegno e il valore di donne e ragazze nel mondo scientifico e tecnologico. Nonostante i numerosi esempi di menti brillanti femminili che hanno ottenuto risultati eccezionali nelle STEM, contribuendo al progresso scientifico, il pregiudizio secondo cui le donne non sono predisposte per le materie scientifiche permane nella cultura popolare e non solo.
Per fornire il nostro contributo all’abbattimento di questi stereotipi, abbiamo deciso di raccontare brevemente la storia e i risultati ottenuti da alcune donne del passato e del presente; donne che non si sono lasciate abbattere dall’ambiente ostile circostante ma che hanno fortemente creduto nelle loro capacità e perseguito con successo i loro obiettivi nell’ambito delle STEM.
Rita Levi Montalcini (1909-2012): seconda donna italiana a ricevere il premio Nobel “per le sue scoperte e l’individuazione di fattori di crescita cellulare”, che aprì nuove strade per la comprensione delle malattie neurodegenerative e per lo sviluppo di terapie innovative. Insieme al biochimico Stanley Cohen, giunse infatti all’identificazione della proteina Nerve Growth Factor (Ngf), che si rivelò essenziale per la crescita e il mantenimento dei neuroni e per il suo ruolo nel sistema immunitario. Attiva in campagne di interesse politico e sociale, come quelle contro le mine anti-uomo o per la responsabilità degli scienziati nei confronti della società, fu nominata Senatrice a vita dall’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi “per aver illustrato la patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale“.
Samantha Cristoforetti (1977): prima donna astronauta italiana ad aver fatto parte degli equipaggi dell’Agenzia Spaziale Europea. Samantha è un esempio di determinazione, passione, curiosità e impegno nel perseguire il proprio sogno da bambina. Ha dimostrato al mondo che le donne possono eccellere in ogni campo, anche in quelli apparentemente “maschili”, conducendo esperimenti scientifici nello spazio, divulgandoli sui social e ispirando così le nuove generazioni. È anche ambasciatrice dell’UNICEF.
Grace Murray Hopper (1906-1992): prima donna statunitense ad aver realizzato il linguaggio di programmazione: il COBOL. Ha ricevuto la National Medal of Technology and Innovation. La sua storia dimostra curiosità, creatività, passione e una continua volontà di affermarsi nel campo della matematica e dell’informatica: lavorò al primo computer della Marina, da cui estrasse una falena che ne aveva provocato il malfunzionamento, inventando il termine “bug”, ancora oggi usato, e poi fu chiamata all’università di Harvard nell’ufficio dell’Ordenance Computation Project. È stata anche un’ufficiale della Marina degli Stati Uniti, raggiungendo il grado di retro ammiraglio.
Marie Skłodowska-Curie (1867): fu una chimica e fisica polacca, prima donna a ricevere un premio Nobel, uno per gli studi sulla radiazione e l’altro per la scoperta degli elementi radio e polonio. Per compiere gli studi accademici dovette trasferirsi all’estero, in Francia, dato che la Polonia non consentiva alle donne di frequentare l’università. I suoi studi e scoperte hanno rivoluzionato ogni ambito scientifico, valorizzando il ruolo delle donne nella ricerca e rendendo Curie un importantissimo esempio e fonte d’ispirazione per tutte le donne appassionate di scienza.
Katherine Johnson (1918 – 2020): fu una matematica afroamericana che lavorò alla NASA dal 1953 al 1985. Dimostrò sin da una giovane età talento per la matematica, laureandosi nella disciplina all’età di soli diciotto anni. Nonostante le discriminazioni razziali e di genere che subì, continuò ad amare il proprio lavoro e il suo contributo fu decisivo per la riuscita dell’allunaggio e di molti altri traguardi “spaziali”. Lavorò in team composti da soli uomini e pubblicò ventisei ricerche con il suo nome ad autrice o coautrice.
Fabiola Gianotti (1962): è una fisica italiana, direttrice generale del CERN dal 2016, il più grande centro di ricerca al mondo. È stata la prima donna ad assumere questo incarico ed unico direttore ad aver conseguito due mandati consecutivi. Dopo il diploma di liceo classico, decise di intraprendere lo studio della fisica sub-nucleare, ispirata dalla lettura della biografia di Curie. Lavora al CERN dal 1987 ed è stata coordinatrice dell’esperimento ATLAS dal 2009 al 2013: fu infatti nel 2012 che presentò i risultati della ricerca del bosone di Higgs, una delle scoperte più importanti degli ultimi decenni. Nello stesso anno fu collocata nella quinta posizione nella classifica di Persona dell’anno della rivista Time.