I sogni non sono semplici “fantasie” e aprono le porte a inaspettati scenari della mente. E si racconta che Einstein che ebbe la prima visione della teoria della relatività in sogno.
di Giorgia Francesca Stranieri
Partendo dagli studi e approfondimenti sui sogni effettuati da Sigmund Freud, si definisce il sogno come espressione di desideri inconsci o pulsioni sessuali represse. Per suo tramite, è possibile apprendere ciò che accade nell’inconscio: “I sogni sono la via principale attraverso cui i desideri e i conflitti psichici si manifestano”.
Nel sogno risiedono una parte manifesta e un contenuto latente: svelando quest’ultimo, si accede a quelle parti dell’inconscio normalmente inaccessibili e, attraverso il lavoro dello specialista, è possibile risolvere anche eventuali disturbi psichici che ne sono espressione materiale.
Il sogno è una finestra privilegiata sull’universo interiore dell’individuo e rileva la “magia” che plasma la psiche.
Il lavoro di Carl Gustav Jung, allievo di Freud, prende le mosse dalla teoria del maestro per poi distaccarsene in parte: anzitutto, considera l’attività onirica come un mezzo attraverso il quale la nostra psiche comunica con la parte cosciente. Soffermandosi su alcuni stralci de “L’interpretazione dei sogni”, aggiunge che questi ultimi rappresentano anche una sorta di inconscio collettivo: secondo Jung, infatti, i simboli dei sogni hanno significati archetipici che vanno oltre l’esperienza di un solo individuo, diventando il riflesso di una più ampia dimensione (quella sociale, appunto).
Nell’interpretare i sogni, Jung introduce, inoltre, il concetto di complesso, che definisce come un insieme di idee ed emozioni associate a specifiche tematiche.
Abbiamo appreso che per entrambi i pensatori i sogni rappresentano la porta che immette in un mondo più ampio, dove è possibile reperire risposte. Queste ultime risultano talvolta discordi o parziali, dal momento che variano a seconda della cultura considerata: si pensi, ad esempio, allo sciamanismo, un fenomeno religioso/filosofico di matrice mistica.
Questa credenza ruota attorno alla figura dello sciamano ovvero il mediatore tra mondo terreno e aldilà: oltre ad avere un ruolo di protezione e guida, egli ha anche l’obiettivo specifico di esplorare un’altra dimensione così da ottenere benefici e indicazioni che supportino la comunità tutta.
Lo sciamanismo ha influenzato le culture di vaste regioni del mondo e, naturalmente, le loro religioni: la Cina (taoismo cinese), il Tibet, l’India, ma anche la Grecia antica.
Se si considera proprio l’Ellade classica, non si possono non ricordare pratiche come la divinazione e l’oracolismo: il sogno rivestiva una parte fondamentale nella divinazione, essendo ritenuto un punto di contatto privilegiato con l’aldilà. Nell’oracolismo, invece, la comunicazione con l’altrove avveniva attraverso un sacerdote (oggi lo definiremmo medium).
Nella prima metà del’800, è nato lo spiritismo, un connubio tra le teorie del magnetismo animale e dell’ipnotismo sviluppate dallo scienziato e medico tedesco Franz Anton Mesmer: questi, partito dal presupposto che la magnetizzazione induca uno stato di sonnambulismo, ha dedotto che, tramite il sogno, diventi più agevole interagire con l’aldilà. Lo spiritismo assumerà l’attuale conformazione con il pedagogista e filosofo francese Allan Kardec, che dedicherà tutta la vita a costruire una religione universale e, con questo lavoro, porrà le basi della parapsicologia.
Negli Anni Sessanta del Novecento, è apparsa sulle scene della psicologia il movimento New Age, che reinterpreta lo spiritismo classico introducendo una nuova forma di comunicazione con l’aldilà, il channeling. Questo prevede la coazione di tre elementi: un canale (channeler), un’entità e un messaggio. Poiché tale interazione può avvenire anche in presenza di un channeler cosciente, occorre considerare alcune variabili possibili: distrazioni, influenze e persino errori o modifiche del messaggio medesimo. Se, invece, il canale agisce in stato non cosciente, il margine d’errore si riduce.
La canalizzazione e la comunicazione con le entità possono avvenire in modi differenti: attraverso la scrittura, a voce, con l’apertura dei registri akashici, con la telepatia, con i viaggi astrali.
Il viaggio astrale, in particolare, è un’esperienza extracorporea in cui la persona si trova contemporaneamente sia nel luogo fisico nel quale normalmente vive sia nel luogo astrale, dove risiedono le entità e si caratterizza per essere privo di qualsiasi dimensione spaziotemporale.
Il viaggio può essere compiuto sia intenzionalmente che volontariamente (questo accade allo stato di dormiveglia o durante specifiche fasi del sogno): i sogni che sembrano così nitidi e intensi da rendere difficile discernere la realtà dall’immaginazione sarebbero espressione di questi viaggi astrali in cui le coscienze si ritrovano ad attraversare un universo fisico-materiale alternativo.
La fisica quantistica afferma che esistono circa dodici milioni di dimensioni parallele alla nostra: la realtà fisica in cui si è immersi è simile a una semisfera, completata, a sua volta, da un’altra semisfera comprendente quelle forze ed energie che permettono alla vita nella materia di manifestarsi in modo coerente.
Immaginiamo il piano astrale come diviso da uno specchio d’acqua: a dispetto di tale discrimine, però, i due piani interagiscono. Il dominio dello spirito è, ovviamente, superiore ad ogni dominio naturale. In questi piani astrali, originerebbe la gran parte dei nostri sogni, potenzialmente sfruttabili per migliorare la qualità della vita o, addirittura, per influenza l’esistenza futura.
Gli sciamani, in particolare, interpretano i sogni come una finestra sul nostro mondo interiore (a differenza di Jung, però, essi non ritengono di dover dare una chiave di lettura psicologica e, quindi, razionale): i sogni fanno, infatti, parte del comune bagaglio di esperienze.
Alla luce di ciò, l’essere umano viaggerebbe nelle altre dimensioni per apprendere lezioni di vita o fare ammenda degli errori passati: in alcune culture, la vita è considerata come un ciclo continuo in cui le diverse reincarnazioni hanno lo scopo di perseguire una vita progressivamente più degna.
Tutto ciò risulta straordinariamente affascinante: di certo, si tratta di un ambito complesso, dove si intersecano filosofia, religione, antropologia, psicologia e persino fisica. Le chiavi di lettura sono differenti e imboccare una strada che consenta un’interpretazione unitaria del sogno appare, al momento, improbabile.