Dire che lo faccio per me forse sarebbe
mentire, non sarei onesto con me
e probabilmente non lo sarei neanche con gli altri.
Non sono ciò che sono realmente,
sono semplicemente il frutto di anni di omologazione,
sono ciò che gli altri vorrebbero che io sia,
chi sono realmente non piacerebbe probabilmente,
ma io sono, non so chi sono, ma sicuramente qualcosa sono, questa è l’unica cosa di cui sono certo, oltre che della morte.
Mi piace pensare di fare ciò che faccio perché mi piace, ma non è cosi
lo faccio solo perché nutre il mio ego,
fin troppo smisurato per il piccolo che
sono.
Questo mi fa stare bene, nient’altro.
Vivo perché vivo,
non inseguo passioni e sogni,
non ho un obiettivo,
vivo per inseguire emozioni
Quelle che provo?
Non mi bastano mai.
Ho provato fin troppo ed ora il piacere si è trasformato in abitudine,
l’abitudine in quotidianità,
la quotidianità in noia.
Mi piace sperare che questa sia una fase,
che un giorno troverò anche io il mio posto nel mondo,
ma la realtà è ben diversa.
La realtà è che il mio castello di presunzioni si sta sgretolando pezzo per pezzo
e all’alba dei miei 18 anni mi rendo conto che io davvero non so chi sono, gli altri non sanno chi sono, cosa mi piace,
cosa ne penso.
Cosa ne penso?
Non lo so, è troppo tardi per pensarci, o forse troppo presto.
Sto per essere catapultato in un mondo in cui sono piccolo,
troppo piccolo per un ego così grande.
Non sono solo,
ma mi rendo conto di esserlo,
come mai lo sono stato.o perché mi piace, ma non è cosi
lo faccio solo perché nutre il mio ego,
fin troppo smisurato per il piccolo che
sono.
Questo mi fa stare bene, nient’altro.
Vivo perché vivo,
non inseguo passioni e sogni,
non ho un obiettivo,
vivo per inseguire emozioni
Quelle che provo?
Non mi bastano mai.
Ho provato fin troppo ed ora il piacere si è trasformato in abitudine,
l’abitudine in quotidianità,
la quotidianità in noia.
Mi piace sperare che questa sia una fase,
che un giorno troverò anche io il mio posto nel mondo,
ma la realtà è ben diversa.
La realtà è che il mio castello di presunzioni si sta sgretolando pezzo per pezzo
e all’alba dei miei 18 anni mi rendo conto che io davvero non so chi sono, gli altri non sanno chi sono, cosa mi piace,
cosa ne penso.
Cosa ne penso?
Non lo so, è troppo tardi per pensarci, o forse troppo presto.
Sto per essere catapultato in un mondo in cui sono piccolo,
troppo piccolo per un ego così grande.
Non sono solo,
ma mi rendo conto di esserlo,
come mai lo sono stato.

