Illustrazione di Aki Vaccari

L’arte che diventa voce, la Rai che la spegne.

di Tia Chinaglia

Mentre il Festival riscuoteva un successo da record, alcuni artisti in gara hanno pensato di rendere la loro presenza molto più che una semplice esibizione, ossia un vero e proprio atto politico. Artisti come Ghali e Dargen D’Amico hanno trattato questioni scottanti: Ghali ha parlato di «ospedali bombardati, solo per tracciare un confine» e Dargen, pur mantenendo  il suo stile dance-pop, ha affrontato il tema dei migranti che cercano di raggiungere le coste europee inserendo il verso «Sta arrivando l’Onda Alta».

Durante la serata finale del Festival, Ghali è salito sul palco con la mascotte – tale alieno antropomorfo “Rich Cholino” – che, prima di abbandonare il palco dell’Ariston, ha sussurrato la fatidica frase «Stop al genocidio», che il rapper ha ripetuto a gran voce, rivolgendosi al pubblico.

La reazione non si è fatta attendere. Su X (ex Twitter, per i più nostalgici), infatti, l’ambasciatore israeliano in Italia Alon Bar ha descritto come “vergognoso” il gesto di Ghali Amdouni 

E così la Rai ha voluto “porre rimedio” il giorno dopo, in diretta nazionale, durante il programma “Domenica In” attraverso Mara Venier, che ha chiesto scusa alla comunità ebraica presente in Italia. La conduttrice si è trovata a leggere una lettera dell’Amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. E la clip, in cui Ghali diceva «Stop al genocidio», è stata cancellata. Una manipolazione mediatica bella e buona. Una censura a tutti gli effetti di una voce divergente dal coro, che non intendeva offendere ma probabilmente portare all’attenzione il grande dramma dei civili palestinesi. “Probabilmente”, però… Perché Ghali non ha mai menzionato Israele ma ha solo espresso ciò che, se si è umani, si dovrebbe pensare a livello universale. Con quelle parole sul palco dell’Ariston, Amdouni potrebbe infatti aver voluto riferirsi a tante drammatiche realtà come quella in Congo, in Sudan… eppure l’ambasciatore israeliano si è sentito chiamato in causa.

Ghali, in segno di protesta, ha ripubblicato la clip sul nuovo social di Meta, «Threads» (un social ispirato all’ex Twitter). 

E voi siete d’accordo con Ghali? Noi rimaniamo dell’idea che tutti i genocidi dovrebbero essere fermati. #stopgenocidio

Di Tia Chinaglia

Sono tia, mi piace la musica, l`arte, le scienze, le stelle e la poesia, nel tempo libero faccio design e altre cosine carine

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