Dal libro del premio Nobel Imre Kertész, scrittore ungherese ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento, “Senza destino” racconta la storia vera di Gyorgy Koves, un ragazzo quattordicenne che ha vissuto la tragedia della Shoah.

Di Angelillis Giovanni

DATA DI USCITA: 27 gennaio 2006 (Italia)

REGISTA: Lajos Koltai

SCENEGGIATURE: Imre Kertész

DURATA: 2h 20m

MUSICA: Ennio Morricone


Senza destino, il film diretto da Lajos Koltai, racconta la drammatica storia vera del giovane ebreo ungherese Gyorgy Koves. Nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale, Gyorgy e la sua famiglia vengono deportati ad Auschwitz e nonostante le condizioni difficili e la morte di molti dei suoi cari, Gyorgy sopravvive e viene trasferito in diversi campi di concentramento.

Il film segue la tragica storia di Gyorgy mentre lotta per la sopravvivenza in un ambiente crudele e disumano. La sua fede e la sua forza d’animo gli permettono di resistere, ma anche di vedere la verità sulla Shoah e sull’umanità.

Attraverso gli occhi di Gyorgy, il film ci mostra la tragica realtà delle deportazioni e la vita nei campi di concentramento, ma anche la speranza e la forza di volontà che possono essere trovate anche in situazioni estreme.

Una volta liberato, Gyorgy torna a casa, ma si trova di fronte alla difficoltà di riprendere una vita normale dopo aver vissuto l’orrore della guerra e dell’Olocausto.

Commento

“Senza destino” è un film potente e commovente, molto ben realizzato grazie ad un’eccellente interpretazione degli attori, soprattutto del protagonista, interpretato da Marcell Nagy, che riesce a trasmettere con intensità le emozioni e la sofferenza del personaggio.

Le scene dei campi di concentramento sono state realizzate in modo realistico e raccapricciante, riuscendo a far sentire allo spettatore la terribile realtà della Shoah.

La trama è ben scritta e si sviluppa in modo credibile in quanto segue la vita di Gyorgy attraverso le sue difficoltà e le sue speranze, mostrando come essa cambi radicalmente una volta fatta l’esperienza dei campi di concentramento.

Nonostante sia stato girato 17 anni fa (cosa, a parer mio, da non sottovalutare), “Senza destino” risulta un film che non tenta di far piangere lo spettatore ma invita a riflettere sull’importanza del non dimenticare e di continuare a lottare contro l’odio e la discriminazione.

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