Mercoledì 28 febbraio i ragazzi di quarta e quinta hanno assistito ad un’Assemblea di Istituto sull’immigrazione per scoprire la realtà dei fenomeni migratori e superare gli ideologismi.

di Pietro Casari

Immigrazione, oltre i luoghi comuni” è il titolo dell’ultima assemblea organizzata dai rappresentanti d’Istituto, incentrata sul tema dei fenomeni migratori. I ragazzi di quarta e quinta hanno potuto scoprire, tramite gli interventi dei relatori (volontari del mondo dell’accoglienza e professori universitari), la realtà delle migrazioni nel mondo e in Italia, anche in vista delle prossime elezioni.

Sono stati sufficienti quarantacinque minuti per ribaltare una prospettiva, spesso dipinta dall’informazione e dalla politica italiana di qualsiasi colore, che non rispecchia la realtà dei fatti distorcendone l’immagine.

Il nostro paese, descritto come paladino dell’accoglienza e intasato di extracomunitari, in verità accoglie molte meno persone della Germania (primo posto in Europa per accoglienza), della Francia o dell’Austria. Un altro dato interessante è relativo al ruolo dell’Europa nel sistema di ospitalità mondiale: gli studi dimostrano come i migranti tendano a muoversi verso Paesi vicini, in prevalenza al di fuori dei confini tracciati dal Trattato di Maastricht.

E il blocco navale? É illegale perché vìola i trattati internazionali del mare.

Invece, per quanto riguarda l’aumento della popolazione straniera in Italia? Beh, non accade dal 2014.

E, a proposito di nazionalità, gli stranieri del Bel Paese quale provenienza hanno in primis? La risposta più ovvia, ascoltando i mezzi di informazione, dovrebbe essere l’Africa. Ma è un’affermazione che non trova riscontro nei numeri; i dati ci raccontano un’altra storia: il primo Paese di provenienza infatti é la Romania, seguita da Ucraina e Albania. Insomma, i fenomeni migratori sono, nei fatti, molto lontani dall’immagine che un po’ tutti hanno dell’“africano che arriva con il barcone e ruba il lavoro”.

L’assemblea è proseguita con la testimonianza di Joy Jacob, una ragazza nata in Nigeria di 29 anni, che vive in Italia da nove. Ha raccontato il suo viaggio per fuggire dalla realtà in cui viveva. Joy, che è una donna lesbica, è stata costretta a fuggire dalla sua famiglia proprio a causa del suo orientamento sessuale. “Ho dovuto abbandonare le persone che amavo e che amo ancora, anche se mi hanno cacciato”. Un viaggio travagliato e sconvolgente che colpisce direttamente il cuore: l’esperienza in Libia, dove ha perso un amico, le condizioni del viaggio, la mancanza di acqua e sicurezza, le difficoltà della traversata del Mediterraneo.

Joy ha voluto sottolineare l’importanza dell’accoglienza: “il mio progetto non era quello di fermarmi in Italia. Ma qui a Mantova mi sono sentita amata per la prima volta”. “Ringraziate ogni giorno le persone che vi stanno vicine con amore – ha aggiunto – Ringraziate anche per tutto quello che avete, perché è un privilegio ed è fondamentale che lo capiate”.

Una narrazione forte che, dai massimi sistemi, ci ha riportato alla realtà migratoria: questo fenomeno è fatto di vite e di disagi. Politica ed economia vengono dopo.

Come cittadini italiani ed europei, quindi privilegiati, dobbiamo essere responsabili verso i migranti. Solo accorgendocene possiamo iniziare ad affrontare seriamente la tematica, superando gli stereotipi, i luoghi comuni e i muri alzati dalla politica. Barriere che, spesso, sono solo ideologiche e per nulla concrete.

Le associazioni coinvolte nell’assemblea, che si occupano di accoglienza, sono: Refugees Welcome Mantova, Caritas Diocesana Mantova, SAI Enea e Associazione Abramo Onlus.

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