Illustrazione di Livia Romano 2F

A 74 anni dalla firma della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’ONU la realtà è ancora lontana dalla sua concreta traduzione in diverse parti del Pianeta

di Greta Bellelli

Il 10 dicembre del 1948, con la risoluzione 219077A, 58 paesi sottoscrivevano la Dichiarazione universale dei diritti umani, al fine di non cadere più negli orrori del passato, che avevano toccato il loro culmine durante la seconda guerra mondiale.

Si tratta di un documento straordinario, nel cui primo articolo sono riassunti i principi sanciti della rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e fratellanza.

La Dichiarazione è la sintesi di un percorso etico classico-europeo, che si tradusse prima nella Bill of Rights (il documento del parlamento inglese del 1689), poi nella Dichiarazione d’indipendenza americana del 1774 e infine trovò la sua massima espressione nella Dichiarazione dell’uomo e del cittadino del 1789, che la scrittrice Olympe de Gouges, donna illuminata e anticipatrice delle lotte delle donne per la parità di genere, tradusse nella Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina il 5 settembre 1791. E proprio una donna, Eleanor Roosevelt, volle fortemente sancire un “mai più” attraverso la stesura del documento oggetto di questo articolo, il cui anniversario cade in questi giorni.

Allo stato attuale 192 vi hanno aderito. Eppure in molti stati tali diritti non sono riconosciuti. E ne abbiamo avuto un assaggio ulteriore negli ultimi tempi, soprattutto in quei luoghi non ancora abitati dalla democrazia.

Illustrazione di Livia Romano 2F

Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Right Watch, ha sottolineato come l’uso della violenza da parte dei leader autocratici e dei regimi militari contro le proteste civili in tutto il mondo sia il segno della loro disperazione e dell’indebolimento del loro potere: “C’è stata un’ondata di sostegno pubblico alla democrazia con persone che sono scese in piazza, spesso rischiando la vita per farlo, nei paesi in cui i regimi repressivi stanno lottando per mantenere il loro controllo.”

Tali regimi rispondono alle proteste commettendo crimini contro l’umanità, privazioni della libertà, sparizioni forzate, stupri e altri abusi sessuali e trattamenti disumani. Giornalisti, avvocati, personale medico, manifestanti e attivisti della società civile continuano a essere ad alto rischio di arresti arbitrari in diverse parti del mondo.

La democrazia non prospera senza l’intervento e l’aiuto dei governi democratici e delle organizzazioni sovranazionali come l’ONU. I primi però, negli ultimi tempi, si sono spesso concentrati sui loro interessi politici, mentre la seconda è ancora un organo troppo debole, le cui risoluzioni spesso non sono vincolanti. Anche i governi delle democrazie più antiche e solide stanno avendo una battuta di arresto nella capacità di ascolto dei bisogni dei loro cittadini: infatti continuano a non voler affrontare questioni urgenti come le emergenze climatiche, la disuguaglianza sociale, l’ingiustizia e l’impoverimento, tutti temi su cui i movimenti di piazza chiedono attenzione.

Promuovere la democrazia significa difendere le istituzioni democratiche come tribunali indipendenti e parlamenti solidi e ascoltare la voce delle società civili. Questa è l’unica strada possibile per vedere realizzati i principi della Dichiarazione dei diritti umani in tutto il mondo.

 

Per chi vuole entrare meglio nel vivo della questione, ecco qui di seguito un viaggio a tappe in giro per il mondo per scoprire le condizioni in cui versano i cittadini di alcuni Paesi. 

“Rapporto 2021-2022: la situazione dei diritti umani nel mondo”

https://www.amnesty.it/rapporto-2021-2022-la-situazione-dei-diritti-umani-nel-mondo/ 

“Ecco cosa sta succedendo secondo il report 2022 di Human Rights Watch”

https://www.osservatoriodiritti.it/2022/01/17/diritti-umani-nel-mondo/

“Se anche tu sei dalla parte di chi si batte per costruire un mondo più giusto, informati su LifeGate.”

https://www.lifegate.it/trend/diritti-umani

Bielorussia

Negli ultimi sei mesi in Bielorussia si è registrato un grave, ulteriore, deterioramento della situazione dei diritti umani

https://www.valigiablu.it/wp-content/cache/all/bielorussia-dissidenti-lukashenko/index.html

Cina

“Le più grandi manifestazioni di dissenso dell’ultimo decennio e il silenzio dei media cinesi”

www.valigiablu.it/cina-proteste-zero-covid/

Afghanistan

“Sono tornate le fustigazioni in Afghanistan”

https://www.instagram.com/p/ClWcpxCs_RK/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Russia

“Divieto di propaganda delle relazioni non tradizionali per tutte le età”

https://www.instagram.com/p/ClZFJKYoHyS/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

Palestina e Israele

“Ragazzo di 13 anni arrestato isolato e torturato”

https://www.instagram.com/p/CliN8suMsPB/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

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