“Sii ciò che sei sempre stato e continua ad esserlo”
Di Lyam Sibilia

Cullami come hai fatto fin ora, ma non smettere, anche da domani che diventerai un ricordo.
Fammi ridere quando sarò triste mostrandoti per come sei sempre stato.
Fammi crescere, ricordami l’importanza del processo, del pensiero e della messa in pratica, e soprattutto della parola.
Parlami quando darò per scontato, urlami quando ciecato dall’insicurezza cercherò conferma e non una possibile negazione, perché solo quella potrà comunicarmi il valore della teoria.
Fai suonare la sveglia della ragione quando mi abbandonerò al sogno della superficialità, sottovalutando il peso della leggerezza dell’essere.
Accarezzami il viso nei giorni della pioggia di lacrime, quando il desiderio di cadere sarà più forte della voglia di aggrapparsi.
Sii il terreno morbido su cui accasciarsi quando le forze per reggersi in piedi saranno esaurite, sii il cuscino su cui riposare per riaccrescere le energie.
Sii la mano che alzerà Lazzaro e lo farà camminare, sii quel libro che farà nascere uno scrittore, sii la voce di Galileo che mostra la verità, sii la voce di Einstein che la mette in dubbio, sii la voce di Schopenhauer, Nietzsche e Pirandello, e ricordami che la verità assoluta non esiste.
Sii quel “Dovresti impegnarti di più” della prof. di mate, sii quel “Continua su questa strada” del prof. di arte, sii quel “Dai che ce la facciamo” dei compagni di classe.

Solo una cosa ti chiedo, sii ciò che sei sempre stato stato e continua ad esserlo, che prima o poi qualcuno guardandosi indietro leggerà la frase “Saranno famosi” e penserà: “Aveva ragione”.

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