A scuola studiamo la cosiddetta macrostoria. Ma vi siete mai fermati a indagare la storia dei luoghi che ci circondano tutti i giorni?
di Serena Scalari
“Historia magistra vitae”, ci insegnavano i nostri avi latini. E conoscere l’historia significa imparare a vivere.
La storia è SAPERE, ed è conoscenza di noi stessi: è una finestra aperta sulla nostra vita per intendere da dove veniamo e perché.
Sabato 1 febbraio l’Istituto Fermi ha ospitato lo storico locale Gian Agazzi di Casaloldo: un incontro organizzato dalla professoressa Annarita Delcuratolo.
Per due ore, Agazzi ha aiutato gli studenti della 3CMME a riflettere sulla differenza tra storia, memoria e ricordo offrendo spunti di riflessione sull’importanza dello studio della condizione di cittadini nel 2025.
Grazie a un’analisi oggettiva degli avvenimenti accaduti tra il 1943 e il 1945, lo storico ha cercato di mettere ordine ai fatti di questo tragico periodo, superando interpretazioni soggettive per evitare il rischio di strumentalizzazioni politiche. Avere un metodo di indagini rigoroso significa favorire la nascita del pensiero critico nelle nuove generazioni.
Agazzi ha chiarito come in Italia non si sia avuta una vera e propria presa di coscienza del ruolo attivo che gli italiani hanno avuto durante la Seconda Guerra Mondiale, delegando la responsabilità principale di quei terribili avvenimenti alla Germania.
Il fulcro dell’incontro è stata la crescita del pensiero razionale dei ragazzi, proponendo strumenti per analizzare criticamente il passato e il presente.
Lo storico ha illustrato come la storia possa essere divertente nella scoperta di aneddoti nascosti, appassionante quando si svelano verità sconosciute e utile per comprendere gli errori del passato e cercare di non ripeterli.
Ma qual è la differenza tra storia, memoria e ricordo? La storia appartiene a tutti, mentre la memoria e il ricordo sono individuali. La memoria è labile e tende a scomparire se non viene mantenuta viva, mentre la storia, essendo oggettiva, ci lega tutti.
“La realtà che stiamo vivendo è estremamente complessa – evidenzia la professoressa Delcuratolo – Ma la storia può aiutarci a decodificarla.”
La docente del “Fermi” sottolinea inoltre l’importanza di approfondire i fatti locali del passato e la loro connessione con la narrazione dei grandi eventi, poiché sia la macrostoria che la microstoria sono fondamentali per comprendere il presente.
“Ricostruire ciò che è stato ci permette di interpretare i fatti e di comprendere l’animo umano – aggiunge la professoressa – Solo così possiamo svelare le tensioni positive e negative che albergano in ognuno di noi mostrandoci, oggi, i passi corretti da seguire.”
L’intervento di Agazzi si inserisce all’interno di un percorso ideato proprio dalla professoressa Delcuratolo. Il processo di apprendimento vuole collegare l’insegnamento della macrostoria con le date importanti fissate dal calendario civile e con la storia locale.
Un filo conduttore che conduce studenti e studentesse a intendere come la microstoria sia fondamentale anche per la comprensione e l’interpretazione dei fatti di ampio respiro.
Il prossimo incontro, previsto per il 20 febbraio, vedrà la partecipazione di Eric Gobetti, storico del Fascismo e della Resistenza, che offrirà ulteriori spunti di riflessione su vicende complesse e perciò sottovalutate o dimenticate.