Un viaggio di piccole verità liquide
di Caterina Camiolo
Docili scendono le lacrime del cielo, rigando i pensieri, offuscando la mente.
Trasparente è la loro presenza; si nutrono dell’indifferenza di chi non presta loro attenzione, celando così un’inesorabile verità incisa nei cuori, ma priva di colore. Un peso leggero, come nebbia all’alba, che svanisce senza lasciare calore, senza lasciare traccia.
Risuona calma in quiete, zampilla lucida in agitazione: non si può placare l’arrivo della tempesta, bisogna solo lasciarle espiare il dolore di una caduta arrogante, ciò di cui io pecco.
Siamo diverse.
La stessa esistenza di quelle piccole crisalidi liquide dimostra che non siamo gli unici, non siamo i prescelti, non siamo quelli che fingiamo di essere. Non una singola goccia può colmare un oceano; non un singolo individuo può spostare un pianeta. Forse ciò che accomuna una perla iridescente e l’essere che si è autoproclamato “il migliore” è questo: di essere piccoli; di essere fragili; di essere soli.
Siamo uguali.
La goccia riflette luce, io rifletto pensieri… Chi si occuperà di riflettere la nostra esistenza?
Qui, adesso, in questo preciso spazio nel tempo: solo il croscio frenetico che la caratterizza può far sì che lei esista; solo la mia voce può far sì che io esista.
Fiori, alberi, animali; tutti gli organismi sono grati per l’arrivo della pioggia, tutti l’aspettano con trepidazione… Ma qualcuno aspetterà mai me?