Le Carie, il nuovo progetto di Salmo, scala le classifiche globali già nella prima settimana

Di Andrea Ferrari

L’hardcore punk italiano ha una storia più lunga e interessante di quello che si possa pensare. Le prime tracce di questo genere in Italia risalgono alla fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80. Band come i Negazione, i Raw Power o gli Indigesti avevano reso il genere molto noto.

Tuttavia, dagli anni ’90 in poi il genere subì un notevole calo; non smise però di sfornare band, album e canzoni. Con il tempo esso è diventato un’icona della cultura underground italiana.

Ed ecco che Salmo, uno dei più grandi e influenti artisti italiani, se ne esce con il suo nuovo progetto: Le Carie, la sua band hardcore punk che il giorno del debutto del loro primo EP ha subito scalato tutte le classifiche e che ha improvvisamente rianimato il genere. Per il rapper è una specie di ritorno alle origini, come ai tempi degli Skasico e dei To Ed Gein.

Il 15 marzo il gruppo rilascia “TRE”, un EP di tre brani, che saranno i primi che vedremo nell’album di debutto. Non c’è traccia di hip-hop, solo del puro punk-hardcore. Un sogno? Può essere, godiamocelo finché durerà.

Con questo prodotto, Salmo vuole mostrarci qualcosa di diverso dagli altri suoi prodotti, dimostrandoci quindi di avere altri talenti oltre al rap. Anche se bisogna riconoscere che il rapper non ha mai fatto solo e unicamente hip-hop, e durante il suo percorso le sue opere hanno risentito molto di influenze punk e rock.

Nell’EP la musica e le liriche sembrano poggiare su un unico piano: la voce non è più un accompagnamento melodico alla strumentale, ma assume una sua forma e vuole volontariamente trasmettere un suo significato, diventando parte integrante del pezzo.

I testi sono molto legati al mondo del punk, parlano di politica, società e problemi individuali e sociali. “TUXME” parla di come le persone non riescano a prendere le decisioni per conto loro e quindi le affidino ad altre persone o addirittura allo stato; “BUGIARDO” è un viaggio tra bugie e dipendenze, un testo contradditorio che gioca sulla classica frase “smetto quando voglio” detta da chi sta combattendo una dipendenza; “UN ATTIMO” chiude l’opera, descrivendo l’insufficienza dei giorni che rimangono all’artista.

D’ora in poi vedremo un Salmo nuovo, sempre più lontano dal mondo dell’hip-hop. Il rapper aveva bisogno di un gruppo con cui divertirsi e sprigionare il demone del rock che è in lui.

L’influenza di Salmo potrebbe portare ad un nuovo mainstream italiano, più ricco di punk, hardcore e rock? Nella speranza che succeda, chiedo la vostra opinione: fatemi sapere cosa ne pensate qua sotto nei commenti!

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